WSIS: monopolio Usa e violazioni della libertà

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E' comiciato oggi a Tunisi il Vertice mondiale sulla società dell'informazione (WSIS) (Tunisi, 16-18 novembre) delle Nazioni Unite con un compromesso sul futuro controllo di internet, una delle questioni più spinose dell'incontro. L'accordo permette agli Stati Uniti di mantenere lo stato attuale della gestione della attraverso l'Icann, l'Internet corporation for assigned names and number che gestisce la rete. Gli europei e diversi paesi come il Brasile, che premevano per istituire un governo internazionale di internet, si accontenteranno della creazione di un forum per discutere le questioni relative all'amministrazione della rete. Il tema è stato risolto dietro le quinte con un compromesso che non cambia alcunché per almeno 5 anni.

Mentre al precedente vertice di Ginevra, nel 2003, Paesi emergenti avevano lanciato una "sfida" agli Usa sul controllo della Rete, l'Europa vedeva da una parte Francia e Germania, favorevoli alla posizione più radicale che si proponeva di attribuire a un organismo indipendente e sovranazionale il controllo della Rete (appoggiati da Cina, Iran e Brasile), e dall'altra i Paesi Scandinavi, Gran Bretagna e l'Italia che cercavano un compromesso spingendo gli Stati Uniti a riconoscere che Internet non può più essere considerata parte del giardino di casa. Aprendo i lavori il Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha salutato con favore tale accordo e ha riaffermato che ''le Nazioni Unite non intendono farsi carico di Internet o diventare il loro poliziotto''. Annan ha inoltre sottolineato l'importanza della creazione di un Forum internazionale per discutere i problemi legati allo sviluppo del Web, ma lasciando agli Stati Uniti il compito tecnico di gestire anche per i prossimi anni il sistema di indirizzamento della Rete.

L'altro grande tema, il "digital divide", lo svantaggio informatico del Sud del mondo, in particolare nella diffusione di Internet, è stato ricordato da Kofi Annan. Il divario tecnologico del Sud del mondo incide infatti direttamente sugli 'Obiettivi del Millennio' dell'Onu, per la riduzione della povertà entro il 2015 e una urgente priorità del Summit è quella di colmare il tale divario sopratutto ora che è tramontata l'ipotesi caldeggiata dall'Onu di un passaggio del governo di internet da una struttura solo statunitense a un'altra internazionale. Ancora oggi, infatti, appena il 14% della popolazione mondiale è collegato a internet, con una forte e sbilanciata concentrazione nei paesi più ricchi - riporta l'agenzia Misna.

E in apertura del Summmit il rappresentante speciale di Kofi Annan per i i diritti umani, Hina Jilani, e altri rappresentanti Onu avevano richiamato la Tunisia al rispetto dei diritti umani, di espressione e informazione. Nei giorni scorsi Amnesty International aveva diffuso un rapporto nel quale denunciava gravi violazioni dei diritti umani in Tunisia. Ed oggi Human Right Watch ha presentato un simile rapporto sulle violazioni dei diritti civili in Tunisia e nel Nord-Africa.

Si susseguono, intanto, le reazioni all'oscuramento da parte del governo tunisino dei siti italiani che ospitano la raccolta di firme all'appello per la liberazione degli internauti di Zarzis, e perchè il forum della società civile sia garantito. Il Segretario Generale della Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), Paolo Serventi Longhi ha inviato all'Ambasciatore della Tunisia una lettera nella quale chiede "che siano liberati tutti i giornalisti tunisini e i cittadini che fanno informazione con ogni media che al Sindacato dei Giornalisti Italiani risultano ancora in carcere". "Chiediamo ancora che a tutti i media tunisini sia garantita la libertà dell'informazione e delle idee, sia sui temi oggetto del WSIS, sia sulla politica in Tunisia, sia sulla comunicazione in generale" - prosegue Serventi Longhi. "Sarebbe davvero paradossale che nel momento in cui si apre il WSIS a Tunisi le autorità attuino misure repressive, anche nel web, della libertà d'informazione" - conclude il Segretario della Fnsi.

E, in un comunicato diffuso oggi Amnesty International ha dichiarato che il pugno di ferro del governo tunisino sui difensori dei diritti umani e la sua intolleranza verso gli oppositori interni rischiano di trasformare in farsa il Summit mondiale sulla società dell'informazione. [GB]

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