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Capitalismo digitale e stagnazione economica
ICT Tecnologie informatiche
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Foto: Unsplash.com
Se il «nuovo spirito del capitalismo» analizzato da Luc Boltanski ed Ève Chiapello dovesse essere identificato con un luogo, sarebbero gli edifici luminosi e moderni riservati ai creativi della Silicon Valley. La sede centrale di Google ci vende un sogno con le sue sessioni di yoga, i ristoranti gratuiti e le palestre aperte 24 ore su 24. Mostra il mondo innocente e aperto che l’azienda intende realizzare.
Questo tipo di spazio di lavoro è un’illustrazione magistrale della riorganizzazione delle soggettività avviata dall’«epitumogenesi neoliberista» identificata da Frédéric Lordon: Il desiderio di trovare un impiego non dovrebbe più essere semplicemente un desiderio mediato per i beni che i salari consentono indirettamente di acquistare, ma un desiderio intrinseco per il bene stesso dell’attività… desideri di un lavoro felice o, per prendere in prestito direttamente dal suo stesso vocabolario, desideri di ‘realizzazione’ e ‘autorealizzazione’ nel e attraverso il lavoro.
Promettendo che lo «spirito innovativo della Silicon Valley è più forte che mai», Google propone «un ambiente in cui ogni individuo può condividere le proprie idee con i colleghi in qualsiasi momento e chiedere il loro contributo». E in effetti, «prendersi cura dei Googler» sembra un modo efficace per innescare l’innovazione. Lasciare ampio spazio ai cicli virtuosi e al libero gioco della complementarietà e della collaborazione incoraggia l’emergere di ciò che, per definizione, deve ancora essere scoperto.
Xavier Niel tenta di guidare questo stesso spirito di innovazione attraverso il divertimento negli uffici flessibili e nella zona relax di Station F, il suo campus di start-up a Parigi. La flessibilità che facilita il lavoro creativo sembra ricordare la rivolta antiautoritaria degli anni Sessanta e sarebbe certamente bello credere per un secondo che questo potrebbe essere davvero il nuovo volto del lavoro.
Neo-stacanovismo
Purtroppo, non è così. Nonostante tutta la bella retorica elaborata negli uffici rilassati della West Coast, i cambiamenti organizzativi che stanno realizzando alimentano esattamente la dinamica opposta. Karl Marx ha sottolineato la possibilità di un aumento della spesa di manodopera, in un tempo che rimane lo stesso, grazie a «una tensione accresciuta della forza lavoro e un riempimento più ravvicinato dei pori della giornata lavorativa, vale a dire una condensazione del lavoro». Philippe Askenazy descrive adesso lo stesso fenomeno come neo-stacanovismo...