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Ministero, GSP, scuole e Microsoft: un rischio per la libertà e indipendenza
ICT Tecnologie informatiche
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Il governo italiano firma il protocollo d'intesa "Government Security Program" con Microsoft la quale intende anche, con l'iniziativa "Microsoft Partners in Learning", fornire a 1.500 scuole italiane software a basso prezzo, hardware di recupero
per contenere i costi e licenze meno vincolanti.
"Peccato che l'accordo sottoscritto tra il Ministro dell'Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca e Jean-Philippe Courtois, amministratore delegato di Microsoft per l'Europa, il Medio Oriente e l'Africa, disattenda le raccomandazioni formulate dalla "Commissione per il software a codice sorgente aperto nella Pubblica Amministrazione" a pagina 13 punto 4 del rapporto" commenta Stefano Maffulli, presidente italiano della FSFE, che aggiunge "Siamo profondamente offesi da questo inutile accordo, i cui termini sono segreti, tra un governo democratico e un'azienda a capitale extra-europeo colpevole di
pratiche monopolistiche in USA e sotto indagine in Europa per lo stesso motivo".
Secondo la sezione italiana di Free Software Foundation Europe, con la direzione intrapresa ufficialmente dal governo italiano, sono infatti molteplici i rischi e le difficoltà che si profilano.
Innanzitutto il CNIPA (Centro Nazionale per l'Informatica nella
Pubblica Amministrazione) dovrà esaminare una base di codice
estremamente grande e complessa per prendere visione del sorgente di Microsoft Windows. Non viene poi concessa la possibilità di modificare il codice e di ricompilarlo mentre parti specifiche possono essere visionate solo ricorrendo ad applicazioni previste dal produttore e attraverso procedure che prevedono il collegamento diretto ai server dell'azienda produttrice. Vengono così esclusi test in ambiente diverso da quello imposto.
I tecnici che saranno chiamati poi a visionare il codice di Windows dovranno firmare contratti di non divulgazione che impediranno loro di lavorare liberamente in futuro. Se infatti verranno in possesso di nuove conoscenze leggendo il codice, rischieranno di essere sempre accusati di "uso illegale" di ciò che hanno appreso.
"Con questi limiti è chiaro che non esiste materialmente la
possibilità di condurre un'analisi attendibile e oggettiva sul
sorgente. Azione che sarebbe possibile solo attraverso un'ispezione pubblica, aprendo così a un bacino più ampio di tecnici lo studio del codice senza limitazioni" aggiunge Francesco Potortì, presidente dell'Associazione Software Libero.
Fino a quel momento, i malfunzionamenti del sistema non potranno essere facilmente individuati e segnalati né tantomeno corretti dato che non è dato di intervenire sul sorgente. Rimane perciò inalterato anche il problema dei virus (nel solo mese di agosto ne sono circolati quattro sotto il nome di Mimail, Blaster, Welchia e una variante di Sobig) e delle falle di sicurezza che ciclicamente creano problemi ai
sistemi Microsoft con conseguenti danni agli utilizzatori.
In più, l'accordo "Partners in learning" tra Microsoft e il MIUR
lascia inaffrontate questioni importanti per favorire una vera
alfabetizzazione di personale docente e studenti. Com'è possibile parlare di vera alfabetizzazione e di formazione informatica basandosi su prodotti derivanti da un unico fornitore?
Al ministro Moratti la FSFE ripete che il software libero può essere eseguito, studiato, modificato e ridistribuito fin dall'inizio, senza necessità di speciali dispense aziendali e nel pieno rispetto del diritto d'autore. Tanto che, diffuso ormai in decine di istituti di vario ordine e grado, annovera progetti testati ed efficaci come LinuxDidattica