Informazione: gli enti locali e la societa' dell'informazione

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Il 4 dicembre si e' aperto il Summit Mondiale di Lione che per due giorni vede impegnati comuni e enti locali da tutto il mondo nello scambio di esperienze e nell'approvazione della Dichiarazione di Lione sulla società dell'informazione.

Inaugurando il Summit, il sindaco di Lione, Gerard Collomb, ha sottolineato la necessità di dare maggiore spazio agli Enti locali nel corso del Summit sulla Società dell'informazione in programma a Ginevra il 10-12 dicembre. Per superare l'attuale divario digitale, Adama Samassekou, presidente del processo preparatorio del Summit sulla societa' dell'informazione, ha proposto di creare rapporti di reciprocità fra i 630 milioni di utenti Internet e la stragrande maggioranza degli esclusi, soprattutto in Africa, Asia e America Latina (insieme neppure il 10% di chi ha accesso a Internet).

Il Summit ha identificato quattro principi che devono guidare le politiche nella società dell'informazione: libertà di comunicazione e accesso ai saperi alla portata di tutti come diritti umani fondamentali; tecnologie dell'informazione subordinate allo sviluppo della democrazia e ai principi della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani; contributo delle nuove tecnologie al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Goals); rispetto della diversità culturale, promozione del dialogo e del pluralismo nei mezzi di informazione anche attraverso politiche di solidarietà digitale a livello mondiale.

Shulamith Koenig ha presentato le posizioni del People's Movement for Human Rights Education. "Di fronte a un gran parlare di modelli di business per la realizzazione delle infrastrutture necessarie a colmare i vari divari digitali, c'e' chi, come Enda (Senegal) e il gruppo di ricercatori franco-senegalesi Africa'nti si domanda se le nuove tecnologie non siano la nuova carota degli "sviluppatori" e la societa' dell'informazione una nuova forma di religione". Domanda niente affatto fuori luogo di fronte a forum sulla formazione condotti da Microsoft e infrastrutture al Summit interamente in software proprietario.

"Bisogna ribaltare la prospettiva con cui si parla del ruolo della societa' civile rispetto alla diffusione delle tecnologie" - afferma Koenig - "Non si tratta di far spazio ai diritti umani, ma di considerare la questione dell'accesso ai saperi e delle nuove tecnologie come una realta' che va guidata dal quadro di riferimento dei diritti umani. E' pertanto urgente riflettere sull'interazione fra societa' civile e amministrazioni locali, sia nelle aree rurali marginalizzate dalle politiche di connettività, sia nelle città dove in 15 anni vivranno oltre 4 miliardi di persone". Esemplari in questo senso alcuni casi studio da citta' che fanno parte della rete Human Rights Cities in Development, da Rosario in Argentina a Nagput in India, a Kati nel Mali. [AS/GB]

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