www.unimondo.org/Guide/Informazione-e-Cultura/ICT-Tecnologie-informatiche/Il-software-libero-e-da-conquistare-anche-dalla-PA-66075
Il software libero è da conquistare anche dalla PA
ICT Tecnologie informatiche
Stampa
La Free Software Foundation Europe risponde pubblicamente alla lettera aperta al Sindaco di Roma redatta da Paolo Pietrosanti. L'associazione che difende, sviluppa e diffonde il software libero in Europa evidenzia come il concetto stesso di software libero sia nato proprio per non discriminare nessuno. Nella lettera sottolinea anche che esiste software sviluppato in Italia con fondi pubblici ma rilasciato con licenze limitanti e proprietarie, di fatto impedendo che su questi progetti si crei un ecosistema fertile di utenti e aziende, libere in tutti i sensi.
Questo il testo inviato:
Gentile Paolo Pietrosanti,
la sua lettera aperta al sindaco Veltroni coinvolge la comunità del software libero e l'associazione che rappresento e mi fornisce l'occasione per affermare alcuni principi importanti che potrebbero passare in secondo piano in questa sua discussione con il sindaco di Roma (nella quale non voglio entrare, perché ininfluente su quanto sto
per dirle).
Lei accusa 'Linux' di non essere accessibile alle persone disabili. Non entro nel merito tecnico di quanto afferma, visto che certamente altri le riporteranno le loro esperienze con sistemi non-microsoft (e so che l'hanno già fatto).
Lei però cade nella semplificazione di cui molti sono vittime e finisce per accusare di 'discriminazione' un'intera categoria di software che invece nasce proprio per non discriminare. Il software libero è infatti un modo di distribuire software e non un 'prodotto'. Il sistema GNU e il kernel Linux sono programmi liberi, ovvero distribuiti secondo licenze che permettono l'uso, lo studio, la modifica e la distribuzione illimitata del software stesso.
Proprio in virtù di questi permessi, il software libero è diventato un abilitatore di tante minoranze. Per esempio, le minoranze linguistiche hanno sfruttato le libertà offerte dai sistemi GNU/Linux per tradurre il software in idiomi che le multinazionali di settore giudicavano 'commercialmente insignificanti'. Molte nazioni con una storia tecnologica giovane hanno scelto il software libero come mezzo per creare un'industria informatica locale e indipendente.
I vantaggi che derivano dal disporre dei diritti concessi dal software libero non sono vantaggi economici, ma piuttosto di autonomia e indipendenza: valori universali che non dovrebbero essere messi dietro ad una comodità temporanea. Il modo di distribuire contenuti digitali, il software proprietario, che lei in buona fede sta difendendo nella sua lettera al sindaco Veltroni, è lo stesso che impedisce alle persone di aiutare gli altri.
La esorto invece a contribuire affinché la sua stessa libertà e le diverse abilità delle persone che conosce e frequenta vengano rispettate e continuino a prosperare. Il software libero può rendere possibile un mondo in cui gli utenti di computer non debbano dipendere da un 'obolo' di benevolenza di aziende che potrebbero trovare commercialmente significativa una nicchia di utenti, ma dove le associazioni di categoria possano finanziare lo sviluppo e l'adattamento di software secondo le esigenze dei propri associati. A al proposito le ricordo anche la disponibilità di finanziamenti europei che premiano lo sviluppo di software libero.
Vorremmo vedere le associazioni di ciechi italiane a protestare perché ad esempio, il sistema di sintesi vocale FESTIVAL è rilasciato con licenza libera solo con il supporto fonetico anglo-americano. Al contrario il supporto italiano, sebbene sia stato finanziato con soldi pubblici, non è distribuibile liberamente.
Sono a sua disposizione per ulteriori chiarimenti e sono anche fiducioso che possiamo condurre una battaglia comune, considerando che lei è la stessa persona che ha 'forzato' il diritto d'autore (o dovrei chiamarlo ormai 'diritto d'editore') distribuendo audiolibri 'non autorizzati'. Ho apprezzato quella sua campagna perché l'ho trovata vicina alla posizione della FSF Europe riguardo la restrizione dei diritti di uso delle opere dell'ingegno.
Con la speranza di iniziare un dialogo costruttivo e con immutato
rispetto
Stefano Maffulli
Presidente Sezione Italiana
Free Software Foundation Europe