Africa: conferenza per il software libero

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Si svolgerà a Città del Capo in Sudafrica dall'11 al 15 gennaio la prima conferenza africana della comunità digitale "Idlelo". La conferenza vuole essere "sfida e opportunità nella creazione e nell'uso di strumenti software aperti e gratuiti per l'Africa". Organizzato da Free software and open source foundation for Africa (Fossfa ) e African virtual open initiatives and resources (Avoir), il congresso ha sia fini strategici che pratici, riunendo i rappresentanti di governo, la società civile, gli accademici, l'imprenditoria e la comunità degli operatori dello sviluppo.

 

Dati sull'uso di internet nel mondo da Dossier Global Experess "Società dell'informazione o della comunicazione?"

Tra gli obiettivi rivalutare l'open source in Africa, creare network e canali di istruzione, opportunità di reti e collaborazioni all'insegna del software libero.

Microsoft - riferisce Cartamondo - si è fatta avanti per partecipare all'evento e per sponsorizzarlo, compresa la fornitura di magliette e gadget vari, suscitando tra i promotori reazioni piuttosto vivaci. Il dibattito tra quanti sostenevano la posizione "o loro o noi" e quanti ritenevano invece che fosse opportuno farli parlare, magari in una sala non proprio gremita, è sfociato alla fine nella concessione di uno spazio di 20 minuti di presentazione più un'ora di domande. E nessuna maglietta.
L'ingerenza del colosso informatico nel continente africano è stata oggetto di critiche da parte della società civile già nel Summit Mondiale di Lione che ha preceduto il WSIS, World Summit on the Information Society, conferenza sulle tecnologie dell'informazione. I forum di formazione condotti da Microsoft e infrastrutture al Summit interamente in software proprietario hanno indotto Shulamith Koenig del People's Movement for Human Rights Education ad affermare: "di fronte a un gran parlare di modelli di business per la realizzazione delle infrastrutture necessarie a colmare i vari divari digitali, c'è chi, come Enda (Senegal) e il gruppo di ricercatori franco-senegalesi Africa'nti si domanda se le nuove tecnologie non siano la nuova carota degli "sviluppatori" e la società dell'informazione una nuova forma di religione". [RB]

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