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No Tav: alleanza tra la Val Susa e Genova
Stili di vita
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Dalla Val Susa a Genova per spiegare le ragioni di una protesta che 'non è più locale' e di un movimento "che non è mai stato localistico". E perché un filo di ragioni comuni unisce la mobilitazione no-tav di decine di migliaia di valsusini contro il progetto della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, e quella, per ora molto più circoscritta, contro il progetto della linea ad alta velocità Milano-Genova. A spiegare ai genovesi le ragioni dei valsusini sono arrivati venerdì sera a Genova padre Giuseppe Giunti, Padre guardiano dei Santuario San Francesco di Susa, e Luca Giunti, guardiaparco dei Parco naturale Orsiera Roccavré di Bussoleno.
Entrambi di origine genovese (oltreché parenti), e protagonisti dei movimento no-tav della Vai Susa, sono stati Invitati a un incontro organizzato alla Casa della Pace di piazza Palermo dal Centro Ligure di Documentazione per la Pace, e ai quale hanno partecipato rappresentanti di movimenti e associazioni ambientaliste e pacifiste (da Amnesty lnternational a Legambiente al Forum ambientalista). Per l'occasione è stata anche annunciata ufficialmente la nascita del comitato no tav (che ha gia' un sito web http://notavgenova.altervista.org) anche se
nessuno si nasconde che in una grande citta' e' più difficile organizzare una mobilitazione analoga a quella della Vai Susa.
"Tutti dicono che questo è un periodo di riflusso, di trionfo del privato e invece - ha sottolineato padre Giunti - la sensazione è che questa vicenda della Vai Susa abbia risvegliato una speranza di coraggio per; il futuro". Anche perché una mobilitazione così massiccia e determinata dei valsusini, tradizionalmente poca inclini a queste forme di partecipazione, era un fatto per nulla scontato. Sia padre Beppe che Luca hanno rimarcato come il movimento no-tav abbia vista una partecipazione massiccia, pacifica, e assolutamente eterogenea della popolazione; dei suoi sindaci e anche di istituzioni come il Soccorso Alpino e l'Associazione nazionale alpini.
"Ci siamo chiesti se lo Stato sono loro o i poliziotti che sono stati mandati a sgomberarci di notte con le ruspe" ha detto Luca, che ha illustrato, dati alla mano, la ragioni ambientali, economiche, politiche emetodologiche della protesta no tav. "A queste argomentazioni non si è mai risposto, dall'altra parte, con obiezioni e ragioni altrettanto documentate" ha denunciato padre Beppe - Tutti gli abitanti della Val Susa hanno ormai un livello di documentazione che quelli a favore del tav non hanno, l'unico argomento che viene ripetuto, dall'altra parte è che la Torino-Lione è un'opera strategica".
"Nessun valsusino - ha sottolineato Luca - dice di andare a fare quest'opera da un'altra parte. La nostra non è protesta per difendere il nostro giardino, anche perché il giardino non ce l'ha più nessuno. Noi diciamo: passate di qui, sfruttate la ferrovia esistente che adesso è utilizzata solo al 38%". Per queste ragioni e per ii modo in cui sono stati trattati il territorio e i suoi abitanti "la valle si è sentita molto : a dalla militarizzazione e dalla sgombero" ha denunciata Luca, sottolineando che nonostante l'enfasi data dai tassa media e da cesti politici i accorri hanno rappresentato momenti isolati e brevissimi della protesta". E mentre la grande manifestazione no tav di ieri a Torino si e' conclusa pacificamente, in Val di Susa campeggia un cartello "La nostra valle non e' un corridoio ma un salotto. Ci si accomoda se si e' invitati."
Fonte: Il Mercantile - da Comitato No Tav Genova