Unicef: riapertura del Tavolo contro sfruttamento minorile

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"L'Unicef Italia accoglie positivamente la riapertura del 'Tavolo di coordinamento Governo-Parti Sociali per il contrasto al fenomeno dello sfruttamento del lavoro minorile' promosso dai Ministeri della Solidarietà sociale e del Lavoro e della previdenza sociale, di cui ieri si è tenuta la prima riunione" - ha dichiarato il Presidente dell'Unicef Italia Antonio Sclavi. Nel suo intervento nel corso della prima riunione, organizzata ieri pomeriggio presso il Ministero della Solidarietà Sociale, il Presidente Antonio Sclavi ha ribadito "l'importanza di inserire questo rinnovato impegno all'interno del Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, che l'Unicef auspica venga al più presto adottato". "L'Italia - prosegue Sclavi - deve rispettare gli impegni già sottoscritti, in particolare, per eliminare le forme peggiori di sfruttamento del lavoro minorile. Speciale attenzione va assicurata ai gruppi più vulnerabili, come gli oltre 6.000 minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro Paese (secondo i dati ufficiali), particolarmente a rischio di sfruttamento e traffico".

Nei giorni scorsi l'Unicef ha presentato un rapporto che denuncia come i bambini dell'Europa sud-orientale cadono vittime del traffico perché le attività di prevenzione sono troppo scarse e troppo tardive. Il rapporto "Agire per prevenire il traffico di bambini in Europa sud orientale: uno studio di valutazione preliminare" prende in esame diverse strategie e iniziative per prevenire il traffico di bambini nell'Europa sud orientale e include le voci e le opinioni di piccole vittime di Albania, Moldova, Romania e della Provincia sotto amministrazione ONU del Kosovo, dove è stata condotta la ricerca.

"Si può fermare il traffico prima che inizi" dice Christian Hafner, vice Presidente della Fondazione Terre des hommes a Losanna (Svizzera) "ma anche se perseguire i colpevoli e liberare i bambini già presi nelle maglie del traffico contribuisce a sconfiggere il crimine, non basta a fermarlo. Ora occorre concentrare gli sforzi sulla prevenzione per impedire, anzitutto, che il crimine avvenga".

Il rapporto rileva inoltre che le campagne di sensibilizzazione usano spesso immagini stereotipate di uomini in agguato nell'ombra, mentre in realtà i trafficanti sono spesso familiari o amici; altre trascurano le forme di traffico a fini diversi dallo sfruttamento sessuale, per esempio per il lavoro domestico, l'elemosina o il furto. La maggior parte dei messaggi sono rivolti agli adulti anziché ai bambini e quindi danno poca o nessuna informazione su come i bambini possano proteggersi, a chi rivolgersi o dove chiedere aiuto. "Il traffico di bambini può essere combattuto solo affrontando le cause alla radice del problema e i modelli di domanda e offerta che governano il ciclo" - afferma il rapporto presentato con Terre des hommes. [GB]

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