L'Aia: Conferenza sul lavoro minorile, l'esclusione dei movimenti latinoamericani

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Inizia oggi a L'Aia la Conferenza internazionale sul lavoro minorile, organizzata dal governo dei Paesi Bassi, in stretta collaborazione con l'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), e con il suo Programma internazionale per l'eliminazione del lavoro minorile (Ipec), e con la cooperazione di Unicef e Banca Mondiale. La Conferenza sarà un'occasione per governi, organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, organizzazioni non governative e altri partecipanti, di condividere buone pratiche e insegnamenti appresi dalla loro esperienza nel campo della lotta alle peggiori forme di lavoro minorile. Inoltre, sarà proposta una 'tabella di marcia' che stabilisca i passi concreti da compiere per raggiungere l'obiettivo del 2016.

Il MOLACNATs (Movimento latinoamericano dei bambini e adolescenti lavoratori), una delle principali reti dei bambini lavoratori a livello mondiale ha protestato ufficialmente per il mancato invito alla Conferenza. I rappresentanti dei movimento definiscono "inaccettabile" il fatto di essere stati ignorati nella convocazione di questa conferenza. "La presenza di soli adulti, nella maggior parte dei casi molto lontani dalla concretezza della nostra vita, conferma ancora una volta che continua a dominare un’ottica adultista sui bambini lavoratori e che la partecipazione dell’infanzia e dell’adolescenza rimane relegata solo nella sfera delle buone intenzioni e nei documenti giuridici" - sostiene l'associazione.

A essere ritenuto inaccettabile, oltre al mancato invito in sé e per sé, è la “violazione del nostro diritto a partecipare in quanto bambine, bambini e adolescenti, come stabilito dall’articolo 12 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e come richiamato in particolare nelle Raccomandazioni del Comitato di Ginevra sull’importanza della promozione di questo diritto”.

Sono la povertà, i meccanismi dell'emarginazione e il conseguente degrado sociale, i fattori che determinano fenomeni di sfruttamento del lavoro minorile: se non si denunciano, se non si aggrediscono le cause profonde della povertà e se gli stessi bambini e adolescenti lavoratori non vengono riconosciuti come soggetti sociali in grado di contribuire alla propria emancipazione, si continuerà a cercare di sanare per via giuridica e con qualche azione compensatoria un problema sociale non risolto per precise responsabilità di modelli e gruppi dominanti. E' la posizione netta di Italianats (la rete italiana di 18 associazioni di cui fa parte anche ProgettoMondo Mlal, la Centrale Equomercato di Cantù, Associazione NATs di Treviso, CIFA di Torino, SAL di Roma ) che, in occasione della conferenza convocata all'Aia, lamenta l'avvio di un processo da cui sono stati esclusi i diretti interessati.

La scelta dell'OIL, che secondo Italianats rappresenta anche una colpevole dimenticanza del preciso mandato partecipativo della “Convenzione sui Diritti del Bambino”, pecca infatti di non coinvolgere i bambini lavoratori nella conferenza che ha la pretesa di individuare le misure concrete per abolire le cosiddette “peggiori forme di lavoro infantile” entro il 2016.

“Ancora una volta un annuncio ad effetto, sulla cui effettività pochi nutrono reali speranze”, scrive Italianats in un comunicato rilanciato dal MLAL in cui fa sapere di aver sollecitato il bureau della Conferenza – insieme all'analoga rete Pronats presente in Germania - affinché invitasse i rappresentati del Movimento mondiale dei bambini e adolescenti lavoratori, ma senza esito. Si ripropone così un vecchio errore e cioè quello di far credere che il lavoro minorile si possa eliminare dall’alto, con delle leggi forzatamente e coercitivamente abolizioniste, mentre la realtà dimostra che le campagne promosse dall’OIL non intaccano il fenomeno e che occorrono invece serie e radicali politiche di sostegno ai processi di inclusione socioeconomica”.

UNICEF Italia riconosce che i principali interlocutori utili alla comprensione del fenomeno del lavoro minorile sono gli stessi bambini lavoratori. Ed è per comprendere meglio la situazione dei bambini e dei ragazzi lavoratori, per promuovere la loro partecipazione, per individuare azioni comuni, per capire quali siano le strategie migliori per stare al loro fianco, che l'UNICEF ha contribuito all'organizzazione di una serie di incontri in Italia dei ragazzi lavoratori di vari paesi, riuniti nel movimento NATs. In occasione del terzo incontro mondiale realizzato nel 2006. La considerazione dell'interesse superiore dei bambini / ragazzi, e l'ascolto delle loro voci, deve essere il principio guida per far uscire le politiche di contrasto al lavoro minorile dal piano delle dichiarazioni di principio e calarle nella realtà, se vogliamo davvero aiutare i bambini lavoratori a costruirsi un futuro migliore.

Cristiano Morsolin - Quito

(Operatore di reti internazionali per la difesa dei diritti dell’infanzia e adolescenza)

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