Italia: il servizio civile avrà futuro?

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Riunirsi intorno ad un tavolo per trovare una mediazione sulla riforma del servizio civile e portare il dibattito in Parlamento, perchè una legge venga votata presto e si trovi nuova linfa. È l'appello della Cnesc (Conferenza nazionale degli enti di servizio civile) che con lo slogan “Basta schiaffi ai giovani, diamo un futuro al servizio civile nazionale” sul quale si sono trovati d'accordo tutti firmatari di una proposte di legge sul servizio civile nazionale quando hanno consegnato 23.000 firme al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un giorno che non è stato scelto a caso, essendo l’anniversario dell’approvazione della prima legge sul servizio civile nel lontano 1972.

L’iniziativa è stata un’occasione per accendere i riflettori sul rischio, tutt’altro che lontano, che si cancelli una storia trentennale. La Cnesc chiede “un intervento urgente ed autorevole per impedire che si possa togliere ai giovani un’occasione straordinaria di crescere nella loro responsabilità civica e di disporre di una palestra di cittadinanza attiva, oltre che di svolgere un servizio al Paese ancor più necessario nell’attuale crisi economica”.

“Già gli anni scorsi avevamo assistito ad una riduzione significativa dell’impegno economico del Governo in favore del Servizio Civile - ha spiegato Sergio Marelli de la Focsiv (Federazione di organismi cristiani per il servizio internazionale) - ma con la legge di stabilità del 2011 la mannaia dei tagli s’è abbattuta con particolare forza su questo capitolo di bilancio”.

Il XII Rapporto sul servizio civile in Italia redatto (.pdf), per la Cnesc, dall'Irs (Istituto per la ricerca sociale) non lascia dubbi: “negli ultimi quattro anni il numero dei progetti del servizio civile approvati e finanziati dall'Ufficio nazionale per il servizio civile rispetto al totale di quelli presentati dagli enti della Cnesc è sceso costantemente, anche se una volta avviati la quasi totalità di questi viene portata a termine”. Con i pochi fondi rimasti si prevede, infatti, che nel prossimo anno solamente un giovane su quattro tra coloro che fanno richiesta potrà essere avviato al servizio.

“Sapevamo che i fondi per il servizio civile erano passati dai 299 milioni di euro del 2008 ai 112 milioni del 2011 - ha dichiarato Licio Palazzini presidente di Arci Servizio Civile e Presidente della Consulta nazionale del servizio civile – ma adesso si vocifera che i 20 mila posti messi a bando l’anno scorso, meno della metà di quelli iniziali, calino a 14 mila, praticamente niente”.

Così “dopo la tanta pubblicità fatta dal Sottosegretario delegato Carlo Giovanardi e dal Governo Berlusconi al servizio civile - ha aggiunto Marelli - proprio nel momento in cui Paese avrebbe maggior bisogno di volontariato anche a causa dei tagli alla spesa sociale, si azzerano i fondi ad esso destinati con la giustificazione che mancano le risorse”.

Risorse, al contrario, trovate per la cosiddetta “mini naja” voluta dal Ministro della Difesa Ignazio Larussa per far provare l’ebbrezza della caserma ai giovani italiani, o per finanziare i nuovi cacciabombardieri F35 che costano al nostro bilancio pubblico la bellezza di 14 miliardi di Euro.

“Il Governo ha scelto di finanziare la mini-naja e i cacciabombardieri, mentre paesi vicini come la Francia decidono di investire sul servizio civile - ha detto Primo Di Blasio, Presidente della Cnesc -. Noi non siamo disponibili a far morire questa esperienza e siamo pronti per primi come Enti ad investirci, [...] ma chiediamo che anche le Istituzioni facciano la loro parte, che diano un segnale chiaro in questo senso, magari lavorando per un contingente minimo di 40mila volontari l'anno”.

Una proposta rilanciata e ampliata anche da Sandro Calvani, direttore del centro Asean di eccellenza sugli Obiettivi del millennio di Bankok: “Introdurrei una nuova regola universale per far si che ogni giovane del terzo millennio possa passare un anno lavorando in un altro continente più povero del suo”. In un periodo di tagli ha concluso Calvani “si creerebbe un’enorme forza lavoro di decine di milioni di operatori del cambiamento nello sviluppo e nel dialogo tra le culture”.

Nonostante le ventitremila firme e le molte voci a favore del servizio civile per il momento il Governo non sembra tornare sui suoi passi; del resto per il Sottosegretario delegato Carlo Giovanardi “Tranne qualche parlamentare, il Servizio civile nazionale non se lo fila nessuno. C'è sempre qualche priorità che viene prima: dai soldi per i precari dell'università al 5 per mille alla cultura”. Ma al Cnesc continuano a pensarla come il Presidente della repubblica Giorgio Napolitano: “Il Servizio civile italiano è una delle realtà più ammirate a livello internazionale”, e la scelta della legge 772, che per prima lo istituì il 15 dicembre del 1972, insieme ai "significativi risultati ottenuti" con la "maturazione e la crescita attiva" di migliaia di giovani, devono “tradursi in scelte organizzative che garantiscano, pur nel generalizzato contenimento delle risorse, una risposta efficace alle numerose emergenze che l'intera comunità nazionale è chiamata a affrontare”.

Alessandro Graziadei

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