WTO: niente di fatto a Ginevra, accordi presto o disfatta

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"E' stata fumata nera a Ginevra nel conclave ministeriale convocato Pascal Lamy come ultima spiaggia per salvare il Doha Round. Nel tardo pomeriggio di sabato 1 luglio, i ministri hanno gettato la spugna, dopo tre giorni in cui a quanto pare, non hanno fatto altro che rinfacciarsi colpe e responsailità tanto che l'indiano Kamal Nath si è detto disgustato dell'atteggiamento di alcuni ministri. In conferenza stampa Lamy ha detto che non ci sono stati passi avanti e pertanto i colloqui sono in crisi ma che non è (ancora) una situazione da panico. Il Consiglio che sovraintende tutti i negoziati gli ha conferito il mandato di fare da facilitatore e catalizzatore di un possibile accordo da raggiungere nelle prossime settimane, preferibilmente entro la fine del mese di luglio" - riporta Roberto Meregalli dell'Osservatorio sul Wto".

Si parla di due settimane per trovare un accordo fra i sei principali attori (USA, Ue, Brasile, India, Giappone, Nuova Zelanda), e di altre due per farlo digerire al resto dell'Organizzazione" - conclude Meregalli. "In caso contrario, sarà impossibile raggiungere un accordo entro l'estate e ciò significherà andare incontro a una vera e propria disfatta" - ha dichiarato il commissario europeo al Commercio Estero, Peter Mandelson. "I pezzi principali del puzzle dovranno essere al loro posto entro la fine di luglio" - ha aggiunto Mandelson. Alla fine del mese si svolgeraà infatti un nuovo giro di incontri tra i 149 membri della Wto. Le trattative sul Doha Round, iniziate nel 2001, avrebbero dovuto concludersi nel 2004.

I segnali che provenivano dal Vertice non erano buoni. "È assai poco probabile che giungiamo a un accordo in questo fine settimana. Le posizioni sono troppo distanti le une dalle altre" - aveva dichiarato alla France Presse Peter Tower, portavoce del commissario europeo al Commercio, Peter Mandelson, al termine di una riunione dei sei "grandi" della Wto (Stati Uniti, Ue, Giappone, India, Australia e Brasile). I 149 membri si erano poi ritrovati sabato in una riunione per risolvere i punti più delicati e controversi del ciclo di negoziati del 'Doha Round', lanciato nel 2001 nella capitale del Qatar per instaurare un commercio mondiale più equo nei confronti dei Paesi poveri. "Insomma quella che ormai tutti ipotizzavano si è realizzato: sarà il direttore generale del WTO a tentare di salvare il ciclo di negoziati e, con essi, il WTO stesso dal fallimento.

In vista del Vertice, Volontari nel mondo-Focsiv aveva chiesto a Emma Bonino, Ministro per le Politiche Comunitarie con delega al Commercio Internazionale di chiarire la posizione del Governo italiano. "Il negoziato di Doha - aveva affermato Sergio Marelli, direttore generale della Focsiv - nasce con l'obiettivo principale di adottare regole commerciali a favore dello sviluppo dei paesi più poveri, garantendo loro un trattamento speciale e differenziato ed eliminando comportamenti lesivi per le loro economie. Ad oggi siamo ancora in dubbio che questo ciclo negoziale porti veramente allo sviluppo, finora le decisioni assunte ci sembrano insufficienti, a partire dalla data di eliminazione dei sussidi all'esportazione fissata ad un lontano 2013 e alla promessa di un trattamento privilegiato per i paesi meno avanzati pieno di eccezioni che possono inficiarne la reale portata". Marelli aveva quindi chiesto al Ministro di affrontare questo primo incontro del suo mandato facendosi portavoce delle richieste provenienti dai paesi più poveri. In concreto di "confermare l'esonero delle loro economie ad una liberalizzazione sfrenata, facilitare l'accesso ai nostri mercati per i loro prodotti, e soprattutto porre fine alla pratica del dumping che attraverso l'esportazione dei nostri prodotti sovvenzionati che invadono i loro mercati a prezzi di molto più bassi rispetto ai loro, danneggia la loro capacità di produrre".

I Paesi africani proponevano di negoziare un accordo per stabilizzare i prezzi agricoli coinvolgendo l'UNCTAD (la Conferenza ONU per il commercio e lo sviluppo) e l'International Commodity Organizations e di risolvere il problema dell'escalation tariffaria che inibisce lo sviluppo di attività industriali agricole di trasformazione (in sostanza la materia prima paga un dazio nullo o bassissimo mentre la tavoletta di cioccolato paga un dazio elevato quando entra in un mercato occidentale). [GB]

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