www.unimondo.org/Guide/Economia/Economia-di-guerra/Turchia-vs-Kurdistan-Cancelleremo-il-Terroristan-250869
Turchia vs Kurdistan: “Cancelleremo il Terroristan”
Economia di guerra
Stampa

Foto: Unsplash.com
di Antonio Storto
Il Presidente turco Erdogan ha promesso di cancellare i guerriglieri curdi dai confini iracheni entro l’estate. Ma la storia del Pkk nella regione, oltre a un’effettiva impotenza dell’esercito turco, mostra le profonde divisioni nel movimento indipendentista curdo. L’annuncio era nell’aria da settimane e non arriva certo di sorpresa. Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha promesso di “eliminare definitivamente” la minaccia rappresentata dai guerriglieri del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), movimento indipendentista che dal 1984 sta impegnando Ankara in un conflitto costato migliaia di vite tra civili e belligeranti. In una dichiarazione rilasciata dopo la riunione di gabinetto dello scorso 4 marzo, Erdogan ha annunciato una massiccia operazione militare che dovrebbe colpire le roccaforti del Pkk nel Nord dell’Irak e dei loro omologhi dello Ypg nella Siria settentrionale.
Stando a quanto riportato dal quotidiano turco T24, l’offensiva dovrebbe partire subito dopo le elezioni municipali del 31 marzo. “Se tutto va secondo i piani, entro l’estate avremo risolto definitivamente la questione riguardante i nostri confini iracheni” ha dichiarato il presidente turco, che intende bissare il progetto già in corso d’opera in Siria, creando anche in Iraq un corridoio di sicurezza profondo almeno 30 chilometri. “Abbiamo preparativi in corso che daranno nuovi incubi a quanti pensano di mettere in ginocchio la Turchia con un ‘terroristan’ lungo i suoi confini meridionali”. Ma se in Siria l’inciampo è soprattutto d’ordine diplomatico – dal momento che i combattenti dello Ypg rappresentano ancora i primi alleati locali di Washington – ben più complicata è la faccenda nel Nord dell’Irak, dove la presenza del Pkk risale addirittura al 1981, in una vicenda la cui evoluzione mostra plasticamente le fratture e le contraddizioni interne al movimento etno-nazionalista curdo.
L’area, una zona montuosa e inospitale che dal 1992 rientra tecnicamente nella giurisdizione della regione autonoma del Kurdistan iracheno (Krg), è da oltre un secolo feudo del clan Barzani, che da quattro generazioni lo amministra oltre a rappresentare la dinastia storicamente più longeva e blasonata nell’indipendentismo curdo: è ai Barzani che si devono alcune delle prime insurrezioni curde avvenute nella regione a inizio ‘900, a cavallo con la dissoluzione dell’Impero ottomano. Guidato da famiglie di latifondisti devoti all’islam sufi, che lamentavano la progressiva perdita di autonomia all’interno dell’Impero e il contestuale affermarsi di istanze secolari, il nazionalismo curdo esprimeva allora rivendicazioni profondamente diverse da quelle di stampo socialista che sarebbero andate emergendo con la seconda guerra mondiale...
Segue su Atlanteguerre.it