Pistole Beretta in Iraq: il Governo insabbia le indagini

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"Un tipico esempio di triangolazione che coinvolge la Beretta, una delle ditte produttrici di pistole più conosciute al mondo, sulla quale il Governo sembra intenzionato a mettere tutto a tacere. Chiediamo che la Procura di Brescia possa concludere senza impedimenti l'inchiesta riguardante le armi della ditta bresciana sequestrate alla guerriglia in Iraq e che il prossimo Governo giunga al più presto ad una legislazione rigorosa sull'esportazione di armi leggere anche per corpi di polizia, ad uso sportivo e civile e sugli intermediari del settore".

Così la Rete Italiana per il Disarmo commenta le anticipazioni alla stampa del numero del settimanale l'Espresso in edicola domani. Dall'inchiesta de l'Espresso si apprende che le pistole Beretta ritrovate dal contingente Usa nei depositi della guerriglia irachena provengono proprio dalla famosa ditta di Gardone Valtrompia che le avrebbe vendute alla "Super Vision International ltd", una sigla inglese sconosciuta. La Procura di Brescia sta indagando sulla vicenda, ma una norma inserita dal Governo nel recente decreto sulle Olimpiadi di Torino potrebbe cancellare l'inchiesta, salvando così l'azienda guidata da Ugo Gussalli Beretta, amico personale del premier Berlusconi e della famiglia Bush.

"Questa vicenda dimostra ancora una volta le falle sui controlli del nostro Paese all'esportazione di piccole armi" - commenta la Rete Italiana Disarmo. Nel febbraio 2003 il Ministero dell'Interno infatti aveva ceduto alla fabbrica bresciana 44.926 pistole Beretta 92S che la ditta di Gardone Valtrompia ha risistemato e, nonostante dal 2002 non avesse più la licenza per riparare armi, per aggirare le richieste del Ministero degli Interni, l'azienda bresciana ha chiesto e ottenuto dalla prefettura di Brescia il permesso di vendere parte delle armi ad una celebre ditta britannica, ma di fatto tutte pistole erano già state pagate da un'altra ditta: la sconosciuta "Super Vision International ltd".

Nel febbraio scorso la Beretta aveva affermato di voler collaborare "nella massima trasparenza" con la Procura di Brescia per quanto riguarda l'indagine in corso sulle armi dell'azienda ritrovate in Iraq. "Chiediamo al mondo politico e dell'informazione di tenere alta l'attenzione sulla vicenda affinché l'indagine non venga messa a tacere e si giunga presto a stabilire i responsabili. Siamo esterefatti che un decreto sulle Olimpiadi possa essere usato per intervenire su una normativa così delicata come quella del commercio delle armi " - conclude il comunicato della Rete Italiana Disarmo.

Nel febbraio scorso, dopo l'annuncio del sequestro delle armi italiane alla guerriglia irachena, la Rete Disamo aveva interpellato il Governo affinchè venisse data una risposta sul ritrovamento nei depositi dei terroristi in Iraq di migliaia di pistole Beretta, ma nessuna risposta era arrivata dal Governo e la vicenda era caduta nella generale disattenzione del mondo politico e dei media. [GB]

Fonte: Rete Italiana per il Disarmo

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