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Nucleare: 60 anni da Hiroshima, parola ai sindaci
Economia di guerra
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A sessant'anni esatti dallo sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki è in atto un riarmo nucleare la cui responsabilità tocca da vicino anche l'Italia. "Quaranta armi nucleari B-61 secondo le informazioni acquiste dalla campagna internazionale Abolition Now! - spiega don Albino Bizzotto dell'associazione Beati i Costruttori di Pace - sono ospitate nell'aeroporto militare di Ghedi, dove i militari del Sesto Stormo sono addestrati al loro utilizzo. Una grave violazione del Trattato di Non-Proliferazione Nucleare ratificato dal nostro paese". Una responsabilità che pesa anche su altri quattro Paesi Nato: Germania, Belgio, Olanda e Turchia. Altri Stati dell'Alleanza, come Grecia, Spagna e Canada, cui ora vorrebbe aggiungersi anche il Belgio, si sono invece rifiutati di continuare ad ospitare queste bombe. Il Trattato infatti vieta agli stati non-nucleari di ospitare nel loro territorio questo tipo di ordigni. Senza contare poi che altre 50 testate atomiche sono dislocate dalla base Usaf di Aviano.
La denuncia sulla presenza delle bombe atomiche a Ghedi è contenuta in una ricerca di Hans Kristensen, analista militare dell'associazione americana NRDC - Natural Resources Defense Council - di Washington. "In un clima di crescente incertezza e paura come quello attuale, questa informazione non può lasciarci tranquilli" afferma don Bizzotto, che ricorda come Russia e Gran Bretagna stanno procedendo alla produzione di nuovi sottomarini atomici e nuove testate, mentre gli Usa lavorano alla progettazione di bombe atomiche più maneggevoli e delle cosiddette bunker-busters, capaci di penetrare in profondità nel terreno. "Potrebbero essere usate in una prossima guerra. Non è questo il futuro che vogliamo. Vorremmo che Hiroshima e Nagasaki fossero una memoria già risolta, invece non è così. Siamo preoccupati per tante vicende che ci riguardano, ma questa del nucleare è una priorità cui non possiamo sottrarci per la responsabilità che abbiamo di fronte all'umanità e al futuro. L'atomica è crimine".
Per questo a 60 anni esatti dal lancio dell'atomica su Hiroshima e Nagasaki, Beati i Costruttori di Pace, all'interno della Rete Italiana per il Disarmo e in comunicazione con tutte le iniziative che si terranno nel mondo dal 6 al 9 agosto prossimi, vuole mandare un segnale forte ai responsabili degli Stati e dei Governi che si incontreranno all'ONU a New York il prossimo settembre, "perchè si faccia ripartire con impegni concreti e scadenze precise il processo di disarmo e di non-proliferazione nucleare e si facciano interpreti della coscienza dell'umanità".
Un appello che viene dagli stessi sindaci di Hiroshima e Nagasaki, che hanno promosso una rete internazionale di Enti Locali favorevoli alla messa al bando delle armi nucleari. Iniziative si terranno infatti anche in Giappone, Belgio, Germania, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Il programma prevede la partecipazione dei sindaci dei Comuni di Ghedi, Castenedolo, Montirone e Borgosatollo, in provincia di Brescia. "Ringrazio Beati i Costruttori di Pace per aver promosso questa campagna - afferma Anna Guarnieri, prima cittadina di Ghedi - e per avermi così dato la possibilità di esprimermi su questo tema scottante della pace e della guerra. Credo che solo con la pace si possano evitare atti terroristici come quelli che hanno sconvolto Londra nei giorni scorsi e auspico che le iniziative che ci vedranno coinvolti ai primi di agosto, anche se simboliche, possano aiutare l'opinione pubblica a capire che la violenza porta solo dolore". I quattro sindaci bresciani si sono impegnati ad allargare l'iniziativa a tutti i primi cittadini della zona, nonchè a promuovere l'adesione alla proposta "Sindaci per la pace" del sindaco di Hiroshima. In tal senso, attraverso l'Anci, intendono allargare l'iniziativa a tutti i Comuni d'Italia. "Quanto all'aeroporto militare ospitato nel nostro territorio - continua Anna Guarnieri - tengo a ricordare che non ho nulla contro i militari: fanno il loro lavoro e rispondono di esso ai loro superiori. Ciò nonostante mi auguro che la campagna per la messa al bando delle armi nucleari possa avere successo e che veramente nel 2020, come auspica il sindaco di Hiroshima, il mondo possa essere liberato dalla minaccia delle armi atomiche".
Il programma delle iniziative concordate prevede la sera del 5 agosto nella Sala consiliare di Ghedi la visione del film "Original child bomb" cui farà seguito la testimonianza di Seiko Ikeda, una dei sopravvissuti di Hiroshima, nonché un intervento di Manuela Suriano, vissuta in Giappone e specialista in letteratura delle vicende di Hiroshima e Nagasaki. La mattina del 6 agosto alle ore 8.00 è poi previsto il concentramento davanti all'ingresso principale dell'aeroporto militare per la memoria dello scoppio della bomba su Hiroshima, che verrà scandita da tre minuti di silenzio, seguiti dalla testimonianza di Seiko Ikeda. E' previsto anche l'intervento dei Sindaci, che saranno presenti con i loro gonfaloni, la lettura e la consegna della Lettera ai militari della base, nonchè un intervento di un rappresentante delle associazioni pacifiste. Ha già assicurato la loro presenza alcune organizzazioni per la pace bresciane e il Comune di Firenze. Da Padova si sta organizzando un pullman per permettere a chi desidera di partecipare.
Le iniziative italiane legate ad Abolition Now! - la Campagna Globale per la Messa al Bando delle Armi Nucleari - prevedono anche dal 6 all'8 agosto una serie di appuntamenti a Padova patrocinati dal Comune, nonchè la commemorazione della distruzione di Nagasaki davanti alla base Usaf di Aviano la mattina del 9 agosto. Hanno già dato la loro adesione il presidente della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige, Luis Durnwalder; quello della Regione Toscana, Claudio Martini; nonché la Fondazione Culturale Responsabilità Etica - Onlus - Banca Etica e le ACLI Provinciali di Pordenone.