Mosca, la rivolta delle mogli e delle madri

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Foto: Unsplash.com

In piazza, a Mosca, chi ha un figlio o un marito al fronte in Ucraina. Putin ha tollerato qualche giorno, ma poi Maria Andreva, coordinatrice del movimento, è stata arrestata anche se poi rilasciata. Le partecipanti al movimento hanno mostrato una notevole ingegnosità, in molte città russe hanno deposto fiori vicino ai monumenti eretti ai soldati morti nelle guerre passate.

In Russia, il movimento delle mogli e madri dei militari mobilitati, alla vigilia del Natale ortodosso, ha organizzato una serie di picchetti vicino agli edifici del ministero della Difesa e dell’Amministrazione Presidenziale. Secondo una delle partecipanti che si trovata nell’area dell’Amministrazione Presidenziale, un impiegato del servizio di sicurezza federale (il servizio speciale incaricato di proteggere gli alti funzionari governativi) ha chiamato la polizia. La polizia è arrivata e ha confermato all’impiegato che il picchetto individuale era una forma legale di protesta e se n’è andata. Ma proprio ieri Maria Andreva coordinatrice del movimento è stata arrestata.

Essendo sotto costante pressione da parte dei servizi segreti, queste donne sono riluttanti a rilasciare commenti ai giornalisti, ma nonostante ciò i giornalisti di Sota sono riusciti a ottenere un commento anonimo. “Sono presso il ministero della Difesa della Federazione Russa, faccio un picchetto individuale nella speranza che ci ascoltino, ascoltino le mogli e le madri dei mobilitati, ascoltino il nostro dolore, le nostre richieste di far tornare i nostri mariti, di riportare a casa i nostri ragazzi. Sono stanchi. Da un anno e quattro mesi si trovano nella zona dell’operazione militare speciale senza cambio. Per quanto riguarda me personalmente, mio marito è stato arruolato nella squadra d’assalto (Shturm). Ha un master in fisica applicata, è informatico, ha un bambino di un anno e mezzo, quando è stato mobilitato il bambino aveva tre mesi, ora è nelle squadre d’assalto. Queste persone non dovrebbero essere inviate nelle squadre d’assalto”, ha detto ai giornalisti una delle partecipanti. 

Le partecipanti al movimento hanno mostrato una notevole ingegnosità e lo stesso giorno, in molte città russe, le mogli e le madri dei mobilitati hanno deposto fiori vicino ai monumenti eretti ai soldati morti nelle guerre passate. “Questi sono monumenti alla Pace, pace che abbiamo ottenuto a un prezzo così alto, come testimoniano i tantissimi nomi sulle lapidi. Ce ne sono migliaia. Sono monumenti eretti perché la guerra non si ripeta. I veterani della Seconda Guerra Mondiale dicevano sempre tra le lacrime: “Che non ci sia un’altra guerra! Che il cielo sopra di noi sia pacifico!” Questo era come un monumento per noi, i vivi!”...

L'articolo di di ALEXANDER BAYANOV segue su Vita.it

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