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Kenya: cresce il traffico illegale di armi
Economia di guerra
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In Kenya circolano 100.000 armi illegali, cioè una ogni 300 keniani, secondo stime del governo citate in un'inchiesta pubblicata sull'edizione domenicale del quotidiano The Nation dal titolo '100.000 ragioni per avere paura' - riporta l'agenzia Misna. Il problema della microcriminalità e della sicurezza nelle strade, in particolare nei centri urbani, sta diventando un problema molto sentito in Kenya, che rischia di avere anche ripercussioni politiche. "A Nairobi ci sono una decina di gang che gestiscono un ampio mercato illegale di armi in crescita" si legge sul quotidiano, che riferisce come le armi, usate per aggressioni agli automobilisti e furti, possono essere facilmente "affittate per 1.000 scellini (11 euro) in alcune parti di Eastlands", uno dei quartieri più poveri della capitale. Sembra inoltre che nel paese si possa acquistare un fucile Ak-47 con 20.000 scellini (220 euro).
Il Kenya è uno dei 12 paesi, che aderiscono al 'Centro regionale sulle armi leggere nei Grandi Laghi e nel Corno d'Africa' (Recsa) sorto nel 2000 per monitorare e combattere il traffico di armi leggere, sequestrare le armi illegali attraverso il coordinamento di uffici nazionali (National focus point). Il 15 marzo prossimo, fa sapere il 'Kenya focal point', saranno distrutte nel parco di Ururu a Nairobi 8.000 armi sequestrate: è il terzo 'rogo' del genere dall'avvio, sette anni fa, del protocollo, che ha portato finora alla distruzione di 12.000 armi, prevalentemente pistole.
"Uno studio fatto nelle regioni dell'Africa subsahariana dimostra che ci sono oltre 3 milioni di pistole" ha affermato il segretario esecutivo del Recsa, Francio Sang, senza poter dire quante di queste sono nel circolo illegale. "La proliferazione delle armi illegali è legata ai conflitti" ha aggiunto Sang citando la Somalia, la Repubblica Democratica del Congo, l'Uganda e il Sudan. Secondo il 'Kenya focal point', che risponde al ministero della Sicurezza interna, si è innescato un circuito vizioso: l'insicurezza e la criminalità hanno incentivato la richiesta di armi e la maggior offerta di armi in circolazione sta alimentando la criminalità.
Il problema riguarda tutto il paese, ma le regioni più interessate sono la capitale, Nairobi, e la Rift Valley, in particolare la parte settentrionale, dove una ricerca sulla presenza di armi nel 2003, condotta da una ong locale, ha individuato 2.300 armi, in gran parte in possesso dei pastori nomadi Samburu. L'insicurezza, infatti, riguarda anche l'aumento dei furti di bestiame tra comunità di pastori, un problema annoso e accentuato dalla siccità. Sia Sang sia fonti della pubblica sicurezza, inoltre, segnalano "casi in cui i poliziotti affittano le armi ai gangster". Per affrontare il fenomeno, è in preparazione un data base elettronico presso il Central Firearms Bureau per registrare e rintracciare tutte le armi in dotazione alle forze dell'ordine, strumento di cui si sono già dotati Tanzania e Uganda. [BF]