Italia: la Sheehan e le 'condizioni di pace' ai politici

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Cindy Sheehan arrivera' ad Assisi per partecipare al seminario nazionale della Tavola della pace "Non c'e' pace senza una politica di pace" che si terra' il 13 e 14 gennaio ad Assisi, dove la Tavola della pace ha avuto inizio il 13 gennaio 1996. E' stata definita dalla stampa americana "la mamma della pace". Suo figlio Casey, soldato delle truppe americane impegnato nella missione "Iraqi freedom", e' morto in Iraq il 4 aprile 2004. Da allora Cindy Sheehan non ha mai smesso di denunciare l'illegalita' e l'immoralita' della guerra in Iraq, e nell'estate del 2005 le immagini del suo accampamento davanti alla tenuta estiva di Bush, in Texas, hanno fatto il giro del mondo. Ha aspettato e ancora attende un incontro con il presidente degli Stati Uniti.

A settembre, mentre in Italia oltre 200.000 persone marciavano da Perugia ad Assisi per la pace e la giustizia, Cindy Sheehan partecipava alla grande manifestazione pacifista di Washington, la piu' grande dalla guerra in Vietnam. Nel gennaio 2005 ha fondato "Gold Star Families for Peace", un'organizzazione composta dalle famiglie che hanno perso persone care in guerra il cui obiettivo principale e' il ritiro delle truppe per evitare che altre famiglie debbano soffrire come loro.

Al seminario nazionale della Tavola della pace parteciperanno, oltre 250 rappresentanti di associazioni e organizzazioni di diverso orientamento culturale, politico e religioso e di enti locali, dieci tra segretari nazionali e rappresentanti di partiti. Sui programmi è partita una proposta ai partiti dell'Unione da parte del MIR e del Movimento Nonviolento. Tra le proposte delle due organizzazioni storiche della nonviolenza italiana emergono la riduzione di almeno un 5% annuo progressivo di spese militari, per finanziare forme di difesa nonviolenta quali ad esempio i Corpi Civili di Pace. Tra le altre, oltre all'immediato ritiro continuo e completo dall'Iraq, si aggiunge il ripristinare e rafforzare la legge 185, limitativa del commercio delle armi. E questi punti sono contenute anche nelle dieci proposte che la Rete di Lilliput - a partire dal nodo milanese e dalla Casa Pace di Milano - rilancia ai candidati che si presentano per l'elezione al Parlamento Italiano. "L'iniziativa 'Addio alle Armi' si propone come punto di partenza per dare inizio a un percorso che - si auspichano i promotori - non si concluda alla fine della campagna elettorale".

La proposta ' Addio alle Armi' nasce per valorizzare e rilanciare alcuni temi e proposte già presenti nelle esperienze e nelle campagne del movimento pacifista. Tra le proposte si rilancia la riconversione dell'industria bellica per la quale viene richiesta l'approvazione di una legge nazionale. "Fermare la produzione di armi senza chiudere le fabbriche è possibile attraverso un processo di riconversione, come dimostra l'esempio della Valsella Meccanotecnica di Chiari, che dal 1997 non fabbrica più mine anti-uomo, ma prototipi di veicoli ecologici.
La stessa Lombardia, dove si concentra la più alta percentuale di industrie armiere italiane, si è dotata nel 1994 di una legge per la riconversione dell'industria bellica - scrivono i promotori - ma purtroppo fino ad oggi è mancata la volontà politica di applicare questa legge". L'appello è stato sottoscritto da una decina di organizzazioni in Italia e sarà discussa all'Assemblea della Rete Italiana per il Disarmo che si terrà a Roma il 15 gennaio 2005. [AT]

Altre fonti: Tavola della Pace, Rete Italiana per il Disarmo

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