Italia: l'80% dell'8x1000 va in missioni militari

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"Ormai da anni i fondi dell'8 per 1000 gestiti direttamente dallo Stato (destinati annualmente dai contribuenti allo Stato all'atto della dichiarazione dei redditi) vengono utilizzati per gli scopi più disparati, e tra questi il finanziamento delle missioni militari all'estero. Nel 2004 si è arrivati ad una situazione che ha dell'incredibile: ben 80 dei poco più dei 100 milioni di euro destinati allo Stato dai contribuenti sono stati stornati per finanziare le missioni militari italiane e in particolare quella in Iraq, che pesa per oltre il 50% sui costi di tutte le missioni militari italiane", E' quanto afferma Giulio Marcon, portavoce della Campagna Sbilanciamoci sostenuta dalla società civile italiana.

Nonostante la legge 222 del 1985 (che istituisce il fondo 8 x 1000) affermi che le somme destinate allo Stato, devono essere utilizzate "per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione dei beni culturali" (art. 48) attualmente agli interventi per la fame nel mondo vengono destinate lo 0,9% delle risorse, ai rifugiati lo 0,6%, ai beni culturali il 13,8%, alle calamità naturali il 5,0%, mentre ben il 79.6% va alle missioni e alle spese militari. "Si tratta di una violazione di sostanza e di merito della legge 222" - nota Marcon. "I soldi degli italiani sono utilizzati per finalità diverse da quelle previste dalla legge: la volontà dei contribuenti non è rispettata ed è palesemente ingannata - continua Marcon. Il trucco contabile utilizzato dal Governo e dal Parlamento è quello di ridurre, in ogni legge finanziaria, il fondo 8 per mille, stornandone una parte per esigenze di finanza pubblica. In questo caso lo storno è stato di 80 milioni per le missioni militari, che non si sarebbero potute finanziare seguendo la lettera della legge 222/85."

In particolare, il finanziamento della missione in Iraq "Antica Babilonia" supera di gran lunga gli 80 milioni di euro l'anno da 8 per mille. Dai dati messi a disposizione dalla Camera dei Deputati e pubblicati ieri dal Sole 24 ore, risulta che da quando (all'inizio dell'estate 2003) è stato dato il via ai nostri militari a Nassirya e dintorni, è stato speso un totale di 1,3 miliardi di euro, oltre 2.500 miliardi di vecchie lire, una cifra che è quasi il triplo di quanto viene erogato annualmente dallo Stato alla cooperazione internazionale. Dalle relazioni tecniche della Ragioneria generale dello Stato sui cinque decreti che hanno finanziato sinora "Antica Babilonia" (in media uno ogni sei mesi), emerge che solo 90 milioni di euro sul totale complessivo di 1,3 miliardi di euro è destinato a interventi umanitari e di ricostruzione. I restanti 1,21 miliardi di euro finanziano operazioni militari. Il costo giornaliero per l'utilizzo di uno dei nostri elicotteri Mangusta, è stato stimato dalla Ragioneria generale dello Stato in 27mila euro, mentre per pagare i nostri 3252 soldati, nella seconda metà del 2005 occorreranno 118,5 milioni di euro, ovvero 236 miliardi delle vecchie lire.

La campagna Sbilanciamoci! "denuncia questa operazione che fa aumentare ancora di più le spese militari in Italia, cresciute di oltre il 10% negli ultimi tre anni, e che finanzia un intervento militare, come quello in Iraq, che non ha niente di umanitario e di pace, ma che sostiene una logica di guerra e di occupazione militare contraria al diritto e alla legalità internazionale". La campagna Sbilanciamoci! condurrà una ferma iniziativa anche in occasione della discussione della prossima legge finanziaria per impedire nuovamente lo storno dei fondi 8 x 1000 e dà appuntamento al Forum dell'Impresa di un'economia diversa a Corviale (1-4 settembre) per mettere a punto le prossime iniziative per la riduzione delle spese militari e per una finanziaria di pace. [GB]

Fonti: Sbilanciamoci, Vita, Metamorfosi.

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