www.unimondo.org/Guide/Economia/Economia-di-guerra/Il-buco-nero-dell-impasse-ucraino-224237
Il buco nero dell’impasse ucraino
Economia di guerra
Stampa

Foto: Unsplash.com
Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che gli Stati Uniti e la NATO non hanno affrontato le principali richieste di sicurezza di Mosca nella loro situazione di stallo sull’Ucraina: è la prima reazione alle risposte degli Stati Uniti e della NATO alle richieste della Russia. Ecco di seguito un aggiornamento della situazione in Ucraina che continua ad occupare testa e attenzione delle cancellerie mondiali.
La paura di una escalation militare russa, con la conseguente reazione degli Stati Uniti e della Nato, preoccupa. Si potrebbe creare un “buco nero”, dicono i diplomatici, in grado di fagocitare l’intero Pianeta.
Le mosse militari in atto – come le armi anticarro mandate da Londra a Kiev o il riposizionamento da un lato di soldati americani nel Baltico e dall’altro di soldati russi lungo la frontiera ucraina – stanno tenendo alta la tensione. Il rischio di un errore, di un incidente cresce concretamente. Eppure, nonostante le minacce e i toni spesso aspri, cominciano ad incunearsi possibili letture diverse della soluzione della crisi. L’ipotesi della “prova diplomatica muscolare” da parte di Putin diventa sempre più concreta e lo spazio per le trattative pare comunque aperto. In settimana ha dato un buon risultato il Format Normandia convocato a Parigi dal presidente Macron. Il gruppo formato da Francia, Germania, Ucraina e Russia, nato per trovare soluzioni nell’area, si è seduto attorno ad un tavolo, concordando il rispetto del cessate il fuoco firmato già nel 2020. Un passaggio importante, che congela la situazione ed ha preparato la strada all’incontro dello stesso Macron con Putin.
Il leader del Cremlino, dal canto suo, continua a negare esistano i piani d’invasione, che Kiev e Washington danno invece per certi entro la metà di febbraio. Intanto, trova finalmente uno spazio anche la voce di chi tutto questo sta subendo. Parliamo degli ucraini, sinora abbastanza inascoltati. Un folto gruppo di intellettuali ha pubblicato un manifesto in cui dice chiaramente a Russi e Statunitensi: giù le mani. Nella sostanza, spiegano al Mondo che serve affrontare il tema della sovranità ucraina non rifornendola di armi e alzando il livello dello scontro, ma lasciando che siano gli ucraini ad affrontare e a risolvere, diplomaticamente e con le armi del diritto, la situazione. Degli interessi geopolitici di Russia e Usa, dicono, non ci interessa nulla: ci interessa vivere in pace. Qualcuno ha commentato: appello velleitario. In realtà, sembra rafforzare la strada della trattativa diplomatica, come via d’uscita e sembra chiarire un concetto comunque fondamentale: devono essere gli ucraini a decidere per loro stessi, anche se entrare o meno nella Nato...