Cluster bombs: 30mila firme, ma legge ferma e Unicredit fa affari

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La raccolta delle firme avviata a gennaio dalla Campagna Italiana contro le Mine per chiedere al Parlamento di estendere gli effetti della vigente legge sulle mine antipersona (374/97), anche alle cluster bombs ha raggiunto nei giorni scorsi quota 30.000 firme, ma il progetto di legge per la messa al bando definitiva di questi ordigni è ormai da tre mesi in attesa della calendarizzazione in Parlamento - riporta la Campagna Italiana contro le Mine.

"Riteniamo che 30mila adesioni raccolte in tre mesi siano un risultato davvero significativo, la società civile supportando così intensamente questa Campagna sta chiedendo al Parlamento e al Governo italiano di assumere una concreta linea politica nei confronti delle munizioni a grappolo, soprattutto alla luce dei risultati ottenuti dalla Conferenza di Oslo e da ciò che sta accadendo a livello internazionale - sostiene Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le Mine. La posizione assunta in queste settimane dai Governi di Paesi dell'Unione Europea, in alcuni casi anche produttori di cluster, dovrebbe incoraggiare l'Italia a concretizzare le dichiarazioni d'intenti in una messa al bando definitiva di questi ordigni con effetti indiscriminati."

Intanto un rapporto della Ong belga Netwerk Vlaanderen svela gli stretti legami tra ben 68 istituti di credito e una mezza dozzina di compagnie che producono le "cluster bombs". Tra le numerose banche europee spiccano le italiane HVB-Unicredit e Mediobanca. Entrambe partecipano al programma di finanziamento EMTN della francese Thales che - come riporta sempre l'indagine della Ong belga - attraverso la controllata TDA produce non solo missili ma "diversi tipi di cluster bombs". "La TDA - riporta la Ong belga - ha ammesso alla Banca Centrale Norvegese di aver prodotto 'PR Cargo bomb' contenenti 16 sottomunizioni dual effect. Nel 2006 la Forges De Zeebrugge, a sua volta una controllata della TDA, ha ammesso di lavorare alla produzione di missili a 70mm FZ101 rocket contenenti 8 sottomunizioni per l'elicottero Tiger Helicopter dell'esercito tedesco". E Unicredit - che nel 2005 ha acquisito la banca HVB partecipa con 85 milioni di euro al credito della EADS.

Le banche - nota sempre la Ong belga - spesso contestano l'applicabilità di questi prestiti al finanziamento diretto alle cluster bombs affermando che "queste linee di credito non sono specificatamente dirette a finanziare la produzione di cluster bombs". Ma la Ong belga replica che "di fatto, nessuno dei prestiti alle imprese (corporate loans) riportati nel rapporto include clausole atte ad impedire alle ditte di usare tali prestiti per la produzione di cluster bombs. E anche se tali clausole fossero introdotte, sarebbe ben difficile contestare alle imprese in questione lo spostamento (legale) di capitali all'interno dello stesso gruppo".

Una delle maggiori imprese assicurative e finanziarie europee, Gruppo Axa ha risposto alle Ong belghe sul tema dichiarando di aver disinvestito dalla produzione di mine antiuomo dal 2006, sulla scorta della ratifica della Convenzione di Ottawa. Diversa la posizione relativa alle cluster bombs, su cui la compagnia non ha ancora preso una decisione. La Conferenza di Oslo, nella quale un numero crescente di Paesi ha optato per la proibizione di queste armi (tra cui Germania, Francia e UK) "costituirà sicuramente una base su cui la compagnia prenderà nuove decisioni".

Nello scorso mese di febbraio 46 paesi hanno sottoscritto ad Oslo una dichiarazione che impegna alla totale messa al bando di questi ordigni entro il 2008, dopo che nello scorso Novembre era fallito l'ennesimo tentativo di regolare o proibire a livello internazionale l'uso delle munizioni cluster in seno alla Convenzione sulle armi convenzionali (CCW). Tra i paesi che hanno assunto delle posizioni piuttosto decise verso le cluster bombs e che hanno sottoscritto la dichiarazione di Oslo, 17 sono produttori e detengono circa il 50% della produzione mondiale di munizioni a grappolo. [GB]

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