Brasile: armi, parità tecnica sul referendum

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Secondo un'inchiesta realizzata dall'Istituto Ibope (Istituto Brasiliano di Opinione Pubblica e Statistica), in 143 città brasiliane, tra i giorni 11 e 13 ottobre e diffusa dal Giornale Nazionale della Rede Globo venerdì 14 ottobre, ci sarebbe una parità tecnica tra le opzioni "Sì" e "No" nel referendum che il prossimo 23 ottobre chiederà a tutti i brasiliani di rispondere a questa domanda: "Il commercio di armi da fuoco e di munizioni deve essere proibito in Brasile". Delle 2002 persone intervistate, 49% ha affermato che pretende votare contro la proibizione e 45% ha detto di aver intenzione di votare a favore. Questi numeri caratterizzano una parità tecnica, nonostante il vantaggio del "No" di 4 punti percentuali, perché il margine d'errore dell'inchiesta è del 2,2% in più o in meno. Considerato il margine d'errore i numeri del "No" possono variare dal 46,8% al 51,2%; quelli del "Sì" dal 42,8% al 47,2%.

Secondo l'Istituto Ibope, le intenzioni di voto presentano una chiara relazione con le caratteristiche socio-demografiche degli elettori. Gli uomini, più giovani, più istruiti, con maggior potere d'acquisto e gli abitanti delle regioni Sud e Nord/Centro-Ovest del Paese sono i più favorevoli al "No". Il "Sì" ha la preferenza degli elettori meno istruiti, con minore potere d'acquisto e abitanti nella regione Nordest.

Per 32% delle persone intervistate, la famiglia rappresenta la maggior fonte di informazione sul Referendum. Solo il 6% di questi intervistati non sa cosa votare o non ha espresso una preferenza e il 12% dei partecipanti all'inchiesta ha detto di aver cambiato la propria opinione con l'inizio della campagna gratuita alla Radio e alla TV. La ricerca ha rivelato anche che il 91% degli intervistati pretende recarsi a votare il prossimo 23 ottobre.

Il rappresentante per il Cono Sud del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICV), Michel Minnig, ha affermato che, nonostante l'Istituzione non si manifesti in temi politici, crede che ci debba essere un controllo dell'uso delle armi da parte dello Stato. Secondo Minnig, "la copertina della rivista Veja della settimana scorsa '7 motivi per votare no' mostra che esiste una politicizzazione molto evidente del tema in Brasile. La posizione del CICV è che devono esistere meccanismi per controllare l'uso delle armi. È una responsabilità dello Stato approvare una regolamentazione per le armi. Il CICV non difende la proibizione completa, ma parliamo della responsabilità del settore di sicurezza pubblica di fronte a questo problema. È chiaro che l'uso delle armi comporta conseguenze umanitarie molto gravi, ma allo stesso tempo, qui (in Brasile) è un tema politico e la posizione del CICV, ribadisco, è che questa è una responsabilità degli Stati, non interferiamo".

Minnig ha spiegato che la neutralità e l'indipendenza del CICV non sono finalità in se stesse, ma una forma per guadagnarsi la fiducia delle parti coinvolte in situazioni di conflitto. Così, è possibile avere accesso alle persone che sono vittime di questo conflitto, e a ambedue le parti del conflitto, rendendo possibile, molte volte, una soluzione diplomatica. Questo permette la creazione di quello che Minnig chiama di spazio umanitario, nel quale è possibile alleviare la sofferenza di vittime di guerra. Per questo motivo, ha detto lui, il "CICV non abusa quando si tratta di parole". In ogni modo, il membro della Croce Rossa considera che tutte le azioni umanitarie hanno un peso politico, per quanto discrete siano. La questione è che il CICV ha per obiettivo cambiare le situazioni che affronta per mezzo della persuasione. "Noi abbiamo la possibilità di porre fine a un conflitto, ma il nostro obiettivo è alleviare i suoi risultati", ha dichiarato Minnig.

Il Consiglio Nazionale delle Chiese Cristiane del Brasile (Conic) ha organizzato veglie e preghiere nei giorni 14, 15 e 16 ottobre per il disarmo e per la proibizione del commercio di armi da fuoco e di munizioni.

Il Conic afferma che questo è un momento storico per la sovranità popolare, e il corretto esercizio della sovranità, darà al popolo il diritto di esigere dalle autorità altre riforme urgenti che garantiscano sempre più la sicurezza dei cittadini, la convivenza solidaria e la pace. Tutte le chiese membri del Conic e tutti i cristiani del Brasile, sono invitati, dall'entità, a dare la testimonianza autentica della coscienza cristiana per il bene della società. Il Conic ricorda la promessa di Gesù Cristo: "Beati quelli che promuovono la pace, perché saranno chiamati figli di Dio" (Mt 5,9). [AT]

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