'Banche armate': un osservatorio europeo, ma monitorare la 185

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Un osservatorio permamente sul finanziamento delle banche all'industria armiera, ma anche il coordinamento con le associazioni europee che già svolgono attività di monitoraggio del settore e l'impegno per estendere all'Ue la normativa italiana sulla trasparenza bancaria nelle operazioni di appoggio delle banche al commercio di armi: sono questi alcuni degli impegni assunti dalla Campagna di pressione alle 'banche armate' che sabato scorso a Roma ha celebrato il suo primo convegno nazionale dal titolo: "Cambiare è possibile: dalle 'banche armate' alla responsabilità sociale".

La Campagna ha incassato subito un risultato proprio dalla prima "banca armata" d'Italia nel 2004: "Nel corso del 2005 Capitalia ha ridotto del 70% gli importi delle transazioni legate a operazioni di export di armamenti, con un netto ridimensionamento della relativa quota di mercato" - ha infatti annunciato al Convegno il direttore generale di Capitalia, Carmine Lamanda che ha riconosciuto il merito alla Campagna di aver posto l'attenzione "non solo su ciò che è legittimo, ma su ciò che è etico". Il direttore generale di Capitalia ha sottolineato inoltre che la Legge 185/90 è "un buon impianto che va mantenuto intatto", e si è dimostrato disponibile alla proposta della realizzazione di in un osservatorio permanente su istituti di credito ed esportazione di armamenti.

Il Convegno che sì è tenuto nella sala del Consiglio Provinciale di Roma, gremita da un pubblico attento, ha visto il saluto di esponenti degli enti locali che hanno patrocinato l'evento (Comune di Roma, Provincia di Roma e Regione Lazio) che hanno ribadito l'impegno delle tre istituzioni a favore della finanza etica. Dopo una densa relazione del coordinatore della Campagna il convegno è proseguito con una tavola rotonda moderata dal giornalista del "Il Sole 24 ore" Franco Locatelli, alla quale sono intervenuti, oltre al direttore generale di Capitalia, p. Carmine Curci (direttore di Nigrzia), Francesco Terreri (presidente di Microfinanza) e Giorgio Beretta (coordinatore della Campagna "banche armate").

Senza alcun preavviso non si è invece presentato l'on. Giuseppe Cossiga (FI) relatore per il Governo sulla Relazione sull'export di armi. "Un'assenza ingiustificata che non lascia intravvedere niente di buono per quanto riguarda le annunciate modifiche alla legge 195" - ha commentato Giorgio Beretta, coordinatore della Campagna. Il Governo, infatti, dopo i cambiamenti già apportati negli anni anni scorsi alla legge 185/90 sull'export di armi, ha recentemente annunciato un "progetto di riscrittura della legge 185". I direttori delle tre riviste promotrici della Campagna, p. Carmine Curci (Nigrizia), p. Nicola Colasuonno (Missione Oggi) e don Renato Sacco (Mosaico di Pace) hanno rinnovato la preoccupazione circa l'atteggiamento dell'esecutivo, che prende di mira una Campagna che chiede trasparenza. "Anzichè essere fiero se importanti Istituti di credito privati hanno deciso, nella loro politica di responsabilità sociale d'impresa, di dotarsi di normative sul commercio delle armi italiane, il governo vuole modificare la legge 185/90 per eludere la trasparenza nel settore" - hanno reso noto in un comunicato.

Iniziata nel 1999 su iniziativa delle riviste Missione Oggi, Mosaico di Pace e Nigrizia, la Campagna ha voluto dopo sei anni confrontarsi pubblicamente con esponenti del mondo bancario. ''Abbiamo chiesto alle banche chiarezza e trasparenza sulle operazioni di sostegno all'export armiero - ha affermato il coordinatore della Campagna - ed una buona fetta di opinione pubblica ha colto le ragioni del nostro agire e ha sollecitato le banche a modificare i loro comportamenti. In effetti nel corso di questi pur pochi anni molti istituti hanno fortemente ridimensionato il loro contributo al settore, e in alcuni casi sono usciti completamente dal business delle armi" - ha notato Beretta. "L'importanza della Campagna è stata quella di dotare i risparmiatori di strumenti per un dialogo critico con le banche. Questa risorsa deve essere sviluppata su altri temi - anche in relazione ai recenti scandali bancari - e su ambienti allargati all'Unione Europea" - ha ribadito nel dibattito Francesco Terreri (Microfinanza). Sollecitato da moderatore a riflettere sulla distinziona tra liceità ed eticità per quanto riguarda l'export di armi, il direttore di Nigrizia p, Curci ha fatto notare che "per coloro che hanno dato vita al lavoro di questi anni l'etica parte dal punto di vista degli esclusi del sud del mondo".

Dal convegno è emersa la proposta che banche, sindacati, enti locali e società civile si mettano insieme per la realizzazione di in un osservatorio permanente su istituti di credito ed esportazione di armamenti. Proposta che è stata discussa nel ricco dibattito del pomeriggio del Convegno al quale sono intervenuti Giuseppe Gallo (Segretario Generale Fiba Cisl), Marcello Bedeschi (Presidente Comitato sostegno Gmg), Mario Crosta (Direttore Generale Banca Etica), Riccardo Troisi (Rete Disarmo), John Scudiero (Cimi) e che ha visto gli appassionati interventi di p. Alex Zanotelli e di Eugenio Melandi protagonisti negli anni '80 con la Campagna "Contro i mercanti di morte" delle denunce contro i traffici italiani di armi e della mobilitazione per una legge di regolamentazione del commercio delle armi.

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