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Allora ci siamo: è guerra.
Economia di guerra
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Foto: Unsplash.com
Allora ci siamo: è guerra. L’esercito russo ha invaso l’Ucraina. Dalle prime notizie, pare non si tratti solo di una operazione per liberare le autoproclamate repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk. L’attacco sarebbe su tre direttrici, quindi anche dalla Crimea e da Nord, terribilmente vicino a Kiev.
L’offensiva è stata annunciata da Putin: ragioni di sicurezza, ha detto. I separatisti hanno parlato della “necessità di liberare il territorio”. La realtà appare abbastanza differente. Tutto il paese è sotto attacco e sul terreno ci sarebbero già centinaia di morti e l’obiettivo strategico di Putin appare chiaro: neutralizzare l’Ucraina, eliminando l’attuale governo e smilitarizzandola, per renderla “stato vassallo”.
Le reazioni internazionali, per ora, non vanno oltre la condanna. Sul piano militare l’Ucraina appare sola e lo rimarrà: difficile immaginare l’intervento di paesi europei o degli Stati Uniti. Dovremo assistere, ancora una volta, nel cuore dell’Europa, alla morte di innocenti. Dovremo, ancora, fare la conta di profughi in fuga. E ancora una volta, l’insensatezza onnipotente di un autocrate bolso e pazzo, metterà in gioco diritti, pace, vite.
Questa guerra sembra farci tornare incapaci e inermi, schiavi di convenienze e ipocrisie. Il popolo ucraino è la vera vittima di tutto questo. In un qualunque modo, non dobbiamo abbandonarlo.
Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009.