India: Clean Clothes Campaign in tribunale per diffamazione

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La Fibres & Fabrics International ha citato in tribunale la 'Clean Clothes Campaign' e l'India Committee of the Netherlands: le due associazioni sono accusate dalla ditta indiana di "cyber crime, atti di razzismo, xenofobia e diffamazione" e il 25 giugno dovranno comparire presso la corte del Tribunale Civile di Bangalore. "La Fibres & Fabrics International continua la sua azione di intimidazione per cercare di azzerare le critiche e fare tacere le organizzazioni della società civile che hanno portato all'attenzione dell'opinione pubblica internazionale le gravi violazioni in corso nelle sue unità produttive" - afferma un comunicato della 'Clean Clothes Campaign. Sono stati accusati di diffamazione anche gli internet providers Antenna and Xs4all.

E' la prima volta che un'azienda denuncia la Clean Clothes Campaign e l'India Committee of the Netherlands per aver pubblicato informazioni sulle condizioni di lavoro nel settore tessile sui rispettivi siti. Nonostante gli attacchi in corso le due organizzazioni stanno continuando a sostenere il lavoratori della FFI/JKPL.

Le interviste con i lavoratori condotte nel novembre 2005 e nel marzo 2006 avevano messo in luce una situazione grave in cui si consumavano abusi fisici e psicologici, lavoro forzato, straordinari non pagati: denunce erano state confermate da una missione ispettiva di 7 organizzazioni dei diritti umani effettuata in agosto 2006 cui era seguito un report dettagliato.

"FFI con la sua sussidiaria JKPL ha denunciato la Clean Clothes Campaign e l'India Committee of the Netherlands per diffamazione, dopo avere perseguito azioni legali finalizzate a silenziare i sindacati e le organizzazioni di attivisti che agivano in difesa dei lavoratori. Da luglio 2006 infatti il Garment and Textile Workers Union (GATWU), il New Trade Union Initiative (NTUI), il Civil Initiative for Peace and Development (CIVIDEP), il Women Garment Workers Front Munnade e la Clean Clothes Campaign Task Force Tamil Nadu devono sottostare ad una ingiunzione del tribunale di Bangalore che impedisce loro di diffondere informazioni circa le condizioni dei lavoratori alla FFI/JKPL, dentro e fuori dall'India" - riporta la Campagna.

"Denunciare le organizzazioni della società civile che rendono pubbliche le condizioni di lavoro nell'industria tessile a Bangalore non risolverà nulla", dice Esther de Haan, del segretariato internazionale e una delle dirette accusate. "Noi chiediamo che la FFI/JKPL accetti di aprire il dialogo con il GATWU e le altre organizzazioni locali per sviluppare normali relazioni industriali e risolvere le problematiche sollevate dai lavoratori".

FFI/JKPL produce o ha rifornito importanti marchi internazionali come G-Star, Mexx, Gap, Armani e Ra-Re. La Clean Clothes Campaign e l'ICN continuano a richiamare l'attenzione dei grandi marchi committenti affinchè esprimano una posizione pubblica di netta condanna della FFI per il grave comportamento assunto nei confronti delle organizzazioni locali attive nella difesa dei diritti umani che hanno difeso i lavoratori dell'azienda produttrice di jeans.

La Campagna Abiti Puliti (Clean Clothes Campaign italiana) ha predisposto una petizione online per fare cessare l'ordinanza del Tribunale di Bangalore e richiama in particolare le imprese italiane "ad esprimere una posizione chiara, in controtendenza con il silenzio assordante che ha caratterizzao fino ad oggi il loro irresponsabile comportamento". [GB]

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