Wto: no alla proroga della clausola di pace

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Lunedì 15 dicembre si riunirà a Ginevra il Consiglio Generale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. Dopo il fallimento del Vertice di Cancun, le possibilità di successo del Doha Round sono affidate alla ricomposizione delle fratture createsi a Cancun tra i Paesi industrializzati e i governi membri del cosiddetto G23, che in Messico hanno rifiutato di sottostare alle forti pressioni esercitate, in primis, da UE e USA. Un'agenda, quella di Ginevra, che affronterà le molte problematiche sospese, ma che vedrà nella Clausola di Pace di cui all'articolo 13 dell'Accordo sull'Agricoltura, un punto saliente per l'opportunità di procedere verso regole commerciali più eque e trasparenti.

La Clausola di Pace sanciva che, a partire dal 1° gennaio 1995 e per nove anni, le azioni di ritorsione previste dall'Accordo sui Sussidi e le Misure Compensatorie non avrebbero dovuto essere applicate a tutte quelle misure - i sussidi all'esportazione - che, legittimate dall'AoA entro determinati limiti, sono però non conformi alle regole dell'OMC. "La Clausola di Pace applica, di fatto, ai Paesi ricchi il trattamento speciale e differenziato previsto, invece, dall'Accordo sull'Agricoltura a sostegno delle economie dei Paesi poveri" afferma la FOCSIV, la Federazione di 57 Ong di volontariato internazionale, promotrice con il settimanale Vita della Campagna NO dumping.

La Campagna NO dumping chiede all'Unione Europea e al Governo italiano, anche nella sua veste di Presidente di turno del semestre europeo, di opporsi alla proroga della Clausola di Pace oltre la scadenza fissata del 31 dicembre 2003, in quanto significherebbe riconoscere il dumping come una pratica legittima, nonostante i danni che produce sulle agricolture dei Paesi in via di sviluppo. "Il fallimento di Cancun è un indicatore importante del gap esistente fra i Paesi del Nord e dei Sud del mondo - conclude la FOCSIV - La concessione di una proroga della Clausola di Pace può solo aggravare la già instabile situazione internazionale e confermare la totale irresponsabilità dei Paesi ricchi nella costruzione di un futuro di giustizia e di pace".

Alla Campagna NO dumping aderiscono: ACLI, Amici della Terra, AIAB, ARCI, ARI, Banca Popolare Etica, Casa dei Diritti Sociali, Centro Internazionale Crocevia, CISL, CIPSI, COCIS, Comitato di appoggio al movimento Sem Terra del Brasile, Greenpeace, Legambiente, Manitese, Movimondo, Rete Volontari Rientrati, WWF Italia.

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