Wto: Brasile vince sul cotone Usa, verso l'Unctad

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Lunedi notte il Brasile ha vinto la prima sessione della disputa presentata in sede dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), che se confermata potrebbe obbligare gli Usa a diminuire i sussidi pagati ai propri agricoltori per coltivare il cotone, ed eventualmente a quelli per acquistare le sementi. Il Brasile sostiene che i sussidi Usa al cotone violano le regole sul commercio a livello internazionale. La decisione finale potrebbe portare a forti multe per gli Stati Uniti se non cambieranno politiche. Recentemente Washington ha dovuto ad esempio rivedere la propria politica di sussidi all'acciaio per evitare sanzioni economiche.

Le regole internazionali fissano a 1,6 miliardi di dollari l'ammontare massimo dei sussidi che gli Usa possno pagare ai propri agricoltori, anche se gli stessi Usa hanno dichiarato che i finanziamenti addizionali sono sussidi domestici che non distorcono il mercato mondiale. Secondo il Brasile, invece, questi sussidi distruggono l'export del paese e mettono a rischio la stessa sopravvivenza dei contadini brasiliani. Questo paese ha stimato che senza i sussidi la produzione di cotone negli Usa sarebbe inferiore del 29%, e le esportazioni cadrebbero del 41%, portando ad un aumento sostanziale dei prezzi mondiali, visto che gli Usa esportano circa il 40% del cotone a livello mondiale. Nella disputa si sono affiancati al Brasile, come terze parti, paesi quali l'Argentina, l'Australia, il Canada, la Cina, l'Unione Europea, l'India, la Nuova Zelanda, il Pakistan, il Paraguay, Taiwan, il Venezuela, il Chad ed il Benin.

Intanto riprendendo i negoziati in sede Wto con la "micro-ministeriale" che si terrà venerdì a Londra a cui parteciperanno solo i rappresentanti di Unione Europea, Brasile, Sudafrica, Kenya, India e Usa che intendono fissare le basi per arrivare entro l'estate alla definizione di un accordo quadro in materia di agricoltura, che gli permetterebbe di dichiarare ufficialmente riaperti i negoziati Wto prima della scadenza elettorale di novembre. Secondo un comunicato congiunto di Via Campesina, Focus on Global South, Public Citizen " Usa ed UE sono fermi sulle loro posizioni dell'anno scorso e l'unica soluzione è fare uscire il Wto dall'agricoltura". Per le organizzazioni della società civile è ugualmente preoccupante la posizione del G20, che sembra disponibile a negoziare sulle linee proposte da Usa ed UE. Le richieste sono di fermare qualunque negoziato che porti ad una maggiore liberalizzazione del settore agricolo e iniziare dei negoziati in una sede internazionale più appropriata. Inoltre viene chiesto di dare un ruolo maggiore a Fao e Unctad, dove sia data la priorità ai piccoli contadini, allevatori e pescatori e non alla grande agroindustria, ed aumentando il ruolo del pubblico per tutelare le produzioni locali e l'agricoltura familiare. E proprio l'Unctad terrà il prossimo 13-18 giugno una conferenza internazionale sul commercio e lo sviluppo a San Paolo di Brasile che sarà preceduto da un Forum delle reti della società civile per chiedere la fine del "dumping" in agricoltura e nuove politiche di commercio equo. Intanto gli USA hanno chiesto all'UE di abbandonare la moratoria sulla coltivazione di piante Geneticamente Modificate, e un risarcimento di almeno 1,8 miliardi di dollari per compensare le perdite legate a sei anni di mancate esportazioni.

Altre fonti: Forum della Società Civile UNCTAD, Institute for Agricolture and Trade Policy,Trade Watch

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