WTO: fallito il vertice di Cancun, un trionfo per i paesi poveri e le reti dei movimenti e organizzazioni

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"L'agenda dello sviluppo è molto complessa, per cui a Cancun ci sono stati solo alcuni progressi". Con le parole del direttore della WTO Supachai Panitchpakdi e del ministro degli esteri messicano Luis Ernesto Derbez si è ufficialmente conclusa la Conferenza ministeriale della WTO di Cancun. Di parere diverso è la Campagna "Questo mondo non è in vendita" promossa da organizzazioni come Public Citizen, Third World Network, Rete Lilliput, Focus on the Global South, Campagna per la riforma della banca mondiale, Cipsi, Roba dell'altro mondo, Mani Tese, Attac e tantissime altre. "A Seattle abbiamo vinto ed il movimento era in strada. Oggi questa vittoria conta ancora più perché il movimento era dentro ed ha sostenuto i più poveri nella rivolta. Oggi è finita la democrazia del terrore del Wto in cui il consenso era estorto con ricatti" dichiara la Campagna Questo mondo non è in vendita.

"Noi paesi in via sviluppo siamo sempre impegnati per un'agenda commerciale multilaterale, ma dobbiamo difendere gli interessi dei paesi in via di sviluppo" con questa dichiarazione si è aperta la conferenza stampa dei paesi ACP, LDC (i più poveri) ed Unione Africana dove il ministro delle Mauritius ha chiarito che "il cotone è il caso emblematico di quello che non ha funzionato qui - non è un questione di modello che ci viene imposto, ma di nostro interesse a plasmare il modello. Quando abbiamo lasciato oggi la green room, non avevamo altra possibilità perché un compromesso non era possibile". Celso Amorim, ministro del commercio brasiliano, ha ribadito che "il G22 ha guadagnato qualcosa anche se il vertice e' fallito: l'unita' del G21, diventato G22 per l'adesione dell'Indonesia, ha retto e continuera' ad essere un gruppo politico, non ideologico che vuole risolvere i problemi. Il Brasile e' disposto a parlare di agricoltura a Ginevra perche'
comunque "i negoziati non si fermano mai".

Intanto il commissario europeo al commercio Pascal Lamy ha dovuto ammettere che il Wto è un'istituzione medievale e che gli investimenti ed il Mai devono stare fuori dalle trattative del Wto. Nei giorni scorsi Friends of the Earth Europe aveva accusato Lamy, di aver messo una pressione inaccettabile sui paesi in via di sviluppo durante i meeting chiusi. Inquietanti le parole di Zoellick, ministro al commercio statunitense: "Ho preso nota dei paesi che hanno giocato un ruolo costruttivo a Cancun e delle nazioni che non lo hanno giocato." Per il prossimo 15 dicembre è previsto a Ginevra l'incontro del General Council della WTO per capire cosa fare. Sembra impossibile a questo punto che l'agenda di Doha si chiuda in tempo, come previsto entro il 1 gennaio 2005.

I movimenti sociali e le reti delle organizzazioni hanno celebrato una storica vittoria. "Un trionfo della ragione, un trionfo dei paesi poveri e della società civile" ha dichiarato Alberto Villareal degli Amici della Terra. Secondo Alberto Zoratti "le organizzazioni del Commercio Equo vivono un passaggio necessario, che non può prescindere dalla forte interazione anche con altre realtà di base". Per Banca Etica "se non si avra' il coraggio di ripensare le regole economiche in modo da dare maggior attenzione al sud del mondo utilizzando le "filiere produttive responsabili" tipiche del commercio equo e della finanza etica, un altro mondo non sara'". possibile. Per Mani Teste " il movimento che a Seattle era fuori dai palazzi vi e' entrato dentro ed a contribuito a questa vittoria. Ora anche per i famigerati GATS la strada e' piu' in salita: il testo bocciato prevedeva infatti la loro accelerazione con la possibilita' di liberalizzazione in tutti i settori dei servizi".

Fonte: Campagna , Friends of the Earth, IPS News, Rete di Lilliput, Cancun Medios Indipendientes

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