USA-UE: 24 miliardi di dollari di dumping agricolo

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Il protezionismo e i sussidi ai propri agricoltori da parte dei Paesi industrializzati causa la perdita annuale di 24 miliardi di dollari per i settori agricoli dei Paesi in via di sviluppo. E' il dato allarmante emerso da uno studio reso pubblico nei giorni scorsi dall'IFPRI (International Food Policy Research Institute).

Le perdite più grosse sarebbero a carico delle economie dei Paesi del Sud America (8,3 miliardi di dollari), seguono poi Asia (6,6 miliardi di dollari) ed Africa sub-sahariana (2 miliardi di dollari).

"E' impossibile per i piccoli produttori dei Paesi in via di sviluppo competere con i prodotti dell'agricoltura meccanizzata ed inoltre sussidiarizzata ad esempio dell'UE" - ha commentato Eugenio Diaz-Bonilla, ricercatore dell'IFPRI. "Un chilo in più di zucchero prodotto nell'UE significa, più o meno, un chilo in meno prodotto in Kenya o Guatemala". Diaz Bonilla ha individuato nel prossimo vertice del WTO a Cancùn il luogo dove si potrebbe ridisegnare un commercio in campo agricolo più equo.

 

IFPRI Report
'How Much Does it Hurt? Measuring the Impact of Agricultural Trade Policies on Developing Nations'
Oxfam Report
'Dumping without borders' (.pdf)

Ma gli accordi bilaterali sull'agricoltura che Usa e UE stanno definendo per Cancùn "avranno solo effetti minimi sulle riforme necessarie". Lo afferma Oxfam in un comunicato nel quale l'organizzazione denuncia che "questi accordi sono una triste notizia per i Paesi in via di sviluppo. Usa e Ue, infatti, stanno concordando di eliminare solo i sussidi all'esportazione mentre i loro sussidi alla produzione avranno variazioni solo di tipo cosmetico". "Usa e UE stanno completamente violando lo spirito e la lettera della dichiarazione di Doha con la quale si erano tra l'altro impegnati a eliminare tutti i sussidi all'esportazione di prodotti agricoli" - ha commentato la responsabile di Oxfam a Ginevra, Celine Charveriat.

In questi giorni, Oxfam ha portato all'attenzione il caso del Messico, dove a causa dell'importazione di mais statunitense, la produzione locale è totalmente messa fuori gioco, con terribili conseguenze per milioni di contadini messicani. "Dieci mila anni di mais messicano stanno per essere distrutti da 10 anni di 'libero commercio' con gli Usa i quali incoraggiano i propri produttori con 10 miliardi di dollari all'anno a produrre un surplus che viene immesso nel mercato messicano a prezzi sottocosto" - si legge nel dettagliato rapporto dal titolo 'Dumping without borders' (Dumping senza frontiere). Il governo messicano non è indenne da critiche per aver liberalizzato il commercio del mais senza considerare gli effetti sui tre milioni di contadini - ha commentato il direttore della ong.

Intanto India, Brasile e Cina hanno congiuntamente richiesto che i Paesi industrializzati diminuiscano i sussidi ai propri agricoltori. In particolare i tre Paesi, i cui agricoltori rappresentano i due terzi degli agricoltori mondiali, hanno sottolineato la necessità di cessare le esportazioni sui mercati mondiali di derrate agricole prodotte grazie a sovvenzioni statali. E contestano gli accordi sottoscritti da USA ed UE che andrebbero ad intaccare solo parzialmente il livello attuale dei sussidi.

Fonti: OneWorld, IFPRI, Oxfam, The Guardian.

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