UE: passa il divieto di importare pellicce di cani e gatti

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La LAV plaude al risultato del voto odierno del Parlamento Europeo che ha approvato, in prima lettura - il Consiglio deciderà nel mese di settembre - il divieto all'importazione e al commercio di pelli di cani e gatti nei Paesi UE. L'Unione Europea si unisce quindi a USA, Australia, Nuova Zelanda e Svizzera, che avevano già bandito il commercio di tali pelli, utilizzate come inserti nei prodotti di abbigliamento e di alcuni giocattoli. Finora solo cinque dei 27 Paesi che compongono l'Unione avevano bandito le pellicce provenienti dall'uccisione di cani e gatti.

L'origine della proposta messa in votazione oggi è dovuta, in parte, proprio alle pressioni esercitate da questi Paesi, ai quali l'Italia ha fatto da "apripista" divenendo il primo Paese UE, e secondo nel mondo dopo gli USA, ad aver imposto un bando nazionale all'importazione e commercio di tali pelli, prima con l'Ordinanza dell'allora Ministro della Salute Sirchia, emessa nel 2001 e rinnovata nei due anni successivi, poi con l'inserimento del divieto nella Legge 189/04 contro il maltrattamenti agli animali.

"Questa approvazione costituisce il primo importantissimo caso in cui la legislazione comunitaria ha superato i vincoli imposti dalle regole dettate dal mercato internazionale, facendo scelte etiche nei confronti degli animali, e arrivando a bandire un intero commercio - commenta Roberto Bennati, responsabile LAV campagne europee. "E' un risultato rilevante, frutto di anni di solleciti ed azioni che hanno visto la LAV in prima fila in Italia, in seguito ad investigazioni ed analisi su alcuni capi di abbigliamento con parti in pelliccia, in vendita nei Paesi Europei - ricorda ancora Bennati - In Italia le analisi commissionate dalla LAV rivelarono la presenza di pellicce di cane e gatto in capi di abbigliamento in vendita presso alcuni grandi magazzini. Tale scoperta diede origine ad un'ondata di indignazione dell'opinione pubblica italiana, che portò ai provvedimenti di divieto emanati in questi anni".

Questo provvedimento, che introduce anche le modalità di attuazione dei controlli alle frontiere, è la conclusione di un processo avviato nel dicembre del 2003 con l'adozione da parte del Parlamento UE di una Dichiarazione scritta che chiedeva il bando del commercio di pelli provenienti dall'uccisione di cani e gatti. "Diamo atto, inoltre, al Commissario europeo per i consumatori, Markos Kyprianou, cui va il nostro plauso per aver confermato il suo impegno politico su questo argomento, di aver sostenuto adeguatamente le istanze ricevute dai consumatori europei, involontari complici di un mercato estremamente cruento - conclude Bennati.

Il commercio di pelli provenienti da cani e gatti, infatti, uccide, ogni anno, circa due milioni di animali in Cina, Thailandia, Filippine e Corea (stime HSUS). Occorrono, infatti, dai 10 ai 12 cani per confezionare una pelliccia, molti di più se per realizzarla vengono usati dei cuccioli; 24 se la pelliccia viene confezionata con pelli di gatto: animali randagi appositamente catturati, che vengono tenuti in condizioni indescrivibili fino al momento dell'uccisione, tuttaltro che incruenta.

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