Rifiuti: Legambiente contro Coop sul biodegradabile

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Legambiente attacca la grande distribuzione cooperativa, da sempre portabandiera della Csr (corporate social responsibility). "Abbiamo deciso di ricorrere alla commissione Antitrust perché la pubblicità dei nuovi sacchetti Coop manca di un requisito fondamentale: la trasparenza. Il messaggio che viene presentato al consumatore non chiarifica la differenza che esiste tra degradazione e biodegradazione e le conseguenze di una cattiva interpretazione rischiano di danneggiare l'ambiente vanificando gli sforzi compiuti fino ad oggi per incentivare la raccolta differenziata e il compostaggio." Così Legambiente e Movimento Difesa del Cittadino decidono di rivolgersi all'Autorità garante della concorrenza e del mercato perché intervenga in merito alla pagina pubblicitaria di Coop che oggi,16 giugno, è apparsa sulla stampa per pubblicizzare l'innocuità del sacchetto per la spesa in plastica degradabile realizzato dal colosso italiano della grande distribuzione.

"Secondo Coop - continua il comunicato stampa delle associazioni - i sacchetti contengono un esclusivo additivo innocuo per l'ambiente che garantisce la completa biodegradazione entro 36 mesi. Ma perché non si fa riferimento alla norma armonizzata UNI EN13432 che regola le caratteristiche che devono avere gli imballaggi biodegradabili ai sensi della legge Ronchi?" "Il polietilene frammentabile, come quello dei sacchetti distribuiti da Coop, che, lo ricordiamo, si degradano in 36 mesi grazie all'aggiunta di metalli, viene giudicato 'pericoloso per l'ambiente e la salute' dall'IBAW, associazione europea dei ricercatori e produttori di biodegradabili (tra i quali figurano l'Università di Utrecht, l'Organic Waste System belga, e aziende come BASF, Procter & Gamble, Novamont, Nature Works) che ha redatto un position paper contenente puntuali osservazioni, in cui è tra l'altro scritto che 'durante i processi di frammentazione del polietilene, metalli potenzialmente pericolosi e tossici possono essere rilasciati nell'ambiente con la conseguenza di favorire la diffusione di additivi tossici persistenti e l'accumulo di sostanze pericolose".

"Con affermazioni confuse e volutamente non chiare - continuano le associazioni -, Coop lascia inoltre intendere che i sacchi in PE addittivato possano essere utilizzati per la raccolta differenziata dei rifiuti. Questo è un messaggio molto grave e pericoloso che ci spinge a chiedere al ministero dell'Ambiente un immediato intervento affinché questi prodotti, a meno che non si dimostri che rispettano i requisiti indicati dalla UNI EN 13432, vengano esplicitamente vietati nella raccolta differenziata della frazione organica in accordo con le intenzioni della Legge Ronchi e della Direttiva Europea sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio (94/62/EC).
"Speravamo - concludono le associazioni - che Coop puntasse su sacchetti realmente biodegradabili. Sarebbe stato anche un bell'incentivo alla raccolta differenziata e in sintonia con tante iniziative di responsabilità sociale e ambientale dell'azienda, come quelle degli ultimi anni tese a una maggior riduzione dei rifiuti".

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