Italia responsabile del possibile fallimento Ue a Cancun

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La "Campagna questo mondo non è in vendita" chiede alla delegazione italiana di lasciare i negoziati nel caso oggi non riuscisse ad attaccare con determinazione la posizione negoziale del commissario Pascal Lamy all'incontro del consiglio europeo. Almeno in questo modo si risparmierebbe la figuraccia di vedere che la priorità italiana sulle indicazioni geografiche si rivelerà un fallimento.

E' stato, infatti, lo stesso vice-ministro Urso a far presente che il lancio di nuovi negoziati sui temi di Singapore, a partire dal controverso accordo multilaterale sugli investimenti che vede l'opposizione della stragrande maggioranza dei paesi in via di sviluppo, sono una priorità per l'Italia come presidenza dell'Ue. Ma di fronte alle necessità del negoziato sull'agricoltura in qualsiasi momento l'Italia e gli altri paesi membri Ue posso chiedere al commissario europeo Lamy di mollare, visto poi che, come specificato dal ministro Alemanno, le indicazioni geografiche per l'Italia sono la priorità assoluta.

Dal momento che ieri il Commissario Lamy aveva definito la questione dei temi di Singapore (investimenti, concorrenza, trasparenza negli appalti pubblici e facilitazione al commercio) un deal breaker, ossia una condizione sine qua non per l'Unione europea per l'avanzamento di tutti gli altri negoziati a Cancun.

"Per gli italiani, più che un deal breaker, l'allargamento del mandato ai temi di Singapore del Wto è chiaramente un "deal maker" per raggiungere altri obiettivi. Sarebbe il caso di dire subito a Lamy di mollare una volta per tutte, prima che la nave europea affondi nel bel mare di Cancun. Sappiamo che altri paesi Ue la pensano allo stesso modo ed è il caso di muoversi perché noi abbiamo la presidenza" sostiene la Campagna Questo mondo non è in vendita.

Nel frattempo il negoziato sulle indicazioni geografiche per i prodotti agricoli italiani è stato inserito nel dibattuto e poco importante gruppo di lavoro su questioni miscellanee, insieme ad altre questioni secondarie. L'Unione europea non è infatti riuscita ad ottenre un tavolo specifico per le indicazioni geografiche.

"Quella di Urso è una vittoria di Pirro: il fatto che si discuta di indicazioni georgrafiche quando gli Usa sono contrari ci mette in una posizione di completo isolamento. Quella italiana è una battaglia persa, non abbiamo merce di scambio, e continuiamo a chiedere al sud del mondo anche gli investimenti. Che almeno il ministro Alemanno metta in riga Lamy" chiede la Campagna Questo mondo non è in vendita.

Fonte: Campagna questo mondo non è in vendita

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