Informazione e accesso alle conoscenze: punti chiave nella costruzione delle alternative

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14 Novembre. E' un cielo rabbuiato quello che accompagna gli oltre 40.000 delegati nelle 625 plenarie, seminari e laboratori del Forum Sociale Europeo Parigi (Villette), Saint-Denis, Bobigny e Ivry-sur-Seine. C'e' ancora molta strada da fare prima della manifestazione di sabato pomeriggio per un'Europa dei diritti e fuori dalla guerra.

Poca e distorta l'attenzione dei media, Liberation compresa, unica eccezione l'Humanite' che al FSE dedica la prima pagina del quotidiano e del sito web e un nutrito dossier. Unico gruppo di lavoro non convocato a Parigi dal Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale (riuniti invece presso Le Monde Diplomatique i gruppi su strategia, metodologia e allargamento del FSM), gli "altermondisti" dell'informazione si sono ritrovati a Ivry-sur-Seine per fare il punto su strategie di Media Watch e di comunicazione delle proposte dei movimenti.

Cassen, Savio, O'Sciochru hanno fatto punto sui (relativi) scarsi mezzi dell'informazione alternativa, gli interessi in gioco nel settore media, cultura e telecomunicazioni (maggiori concentrazioni e intersezioni con altri interessi delle multinazionali - chiedere alla Campagna Acqua sui veto imposti al Corriere della Sera da chi ormai fa il bello e cattivo tempo attraverso l'offerta di pubblicita'), la sempre maggiore impermeabilita' dei media dominanti alle proposte che ruotano intorno ai Forum e soprattutto il petulante servizio di vedetta sui limiti e le debacle di movimenti e sindacati: mai tante persone in piazza, mai media cosi' sordi, se questa non e' una notizia.

Altrettanto preziose le analisi e le campagne di chi ha a cuore l'accesso ai saperi e in particolare la difesa dei servizi sanitari e educativi variamente
minacciati dagli accordi TRIPS sui diritti di proprieta' intellettuale in seno all'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Particolarmente articolato e coordinato il lavoro di chi si batte per ridurre l'impatto negativo degli accordi siglati nel 1994 (e da ratificare entro il 2006) sui farmaci che impediscono di contrastare l'AIDS attraverso la distribuzione di farmaci genereci (come quelli prodotti da India e Brasile). Ma il lavoro di rete di organizzazioni come Oxfam, FADSP (Spagna), Act Up (Francia) Lila (Italia) fa ben sperare.

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