Commercio: le nuove sfide del Fairtrade nell'Europa dell'Est

Stampa

Nuovi progetti e esperienze percorribili al convegno organizzato da Fairtrade TransFair Italia nell'ambito delle iniziative sull'allargamento dell'Unione Europea ideate da Osservatorio Balcani e Civitas. Un convegno che ha voluto fare il punto sulle esperienze in atto in questo ambito e ha ospitato diverse organizzazioni che stanno lavorando nell'Europa dell'Est e nell'area balcanica.

Claudio Bertoni, direttore di Commercio Alternativo e Paola Lucchesi hanno raccontato le contraddizioni e le ricchezze del progetto con Pip, azienda croata che da tre anni lavora nell'ambito del commercio equosolidale proprio grazie ad un'iniziativa sperimentale partita da Commercio Alternativo. Pip è infatti un'azienda vera e propria e non è organizzata in forma cooperativa. Commercio Alternativo ha quindi scommesso sulla relazione con questa realtà, cominciando ad importare miele da 150 famiglie croate. Oggi Ivan Bracic, direttore di Pip, con il margine garantito dalle vendite eque sta aprendo una nuova azienda per aiutare altre famiglie nelle zone più povere della Bosnia Erzegovina.

Mentre Adam Gosiewski di "The Third World world and us" ha parlato delle prime esperienze di Commercio Equo in Polonia, tra la diffidenza dell'opinione pubblica del suo Paese e il desiderio di diffondere questa idea innovativa. La situazione polacca è molto diversa da quella dei Balcani, cui i paesi dell'Est sono spesso assimilati, come ha sottolineato nel suo intervento Simona Spagna dell'Osservatorio Balcani: dilaniati da un'economia ancora fondata sulla dipendenza dagli aiuti internazionali e dalla malavita, proprio questa regione può essere un nuovo banco di prova per il commercio equo che vuole valorizzare le produzioni e le particolarità locali.

E lo sviluppo dei paesi dell'Est si baserà proprio sulla capacità di conciliare economie sostenibili e rispetto dell'ambiente, come ha sottolineato Maurizio Gubbiotti, responsabile Dipartimento Internazionale di Legambiente. Ma sia che si parli di nuovi potenziali mercati, sia trattando il problema delle produzioni, sicuramente l'allargamento rappresenta una grande opportunità per il commercio equo, ha sottolineato Paolo Pastore, direttore di Fairtrade TransFair in chiusura del convegno: un'opportunità di avvicinare e sensibilizzare nuovi consumatori responsabili e di abbattere le barriere doganali che, molto più dei confini, segnano il limite tra sviluppo e sottosviluppo. [AT]

Ultime su questo tema

Quando sostenibilità fa rima con redditività

12 Luglio 2024
Integrare la sostenibilità all’interno del business delle imprese consente di conseguire risultati migliori anche in termini economici. (Alessandro Graziadei)

Industria della moda: i costi nascosti dell’abbigliamento Made in Europe

15 Maggio 2023
Un nuovo rapporto pubblicato dal Fair Trade Advocacy Office, basato sulla ricerca sul campo della Campagna Abiti Puliti, denuncia le pratiche commerciali scorrette che caratterizzano l’industria de...

Progetto “KM0”, 90 giovani coinvolti nel volontariato legato all’economia solidale

22 Dicembre 2021
Si concluderà lunedì 13 dicembre, con un corso di “public speaking” condotto dall’esperto Andrea Ciresa, il progetto “KM0: Giovani volontari per fare la cosa giusta”, promosso da Fa’ la cosa giusta...

Progetto “KM0”, 90 giovani coinvolti nell’economia solidale

05 Dicembre 2021
Si concluderà lunedì 13 dicembre, con un corso di “public speaking” condotto dall’esperto Andrea Ciresa, il progetto “KM0: Giovani volontari per fare la cosa giusta”, promosso da Fa’ la cosa giusta...

Il mondo ha fame. Di sviluppo

02 Dicembre 2021
È partita la Campagna 070 che chiede all’Italia impegni concreti nella cooperazione internazionale e nello sviluppo equo e sostenibile. (Alessandro Graziadei)

Video

Rai Tre: Campagna Altromercato