"Cancun ha fallito. Il 'Doha Round' è in cure intensive!"

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La Conferenza Ministeriale dell'OMC [Organizzazione Mondiale del Commercio, in inglese WTO] tenutasi a Cancun, si è conclusa domenica 14 settembre senza che si sia raggiunta l'unanimità su nessuno dei punti in agenda, e fra amare divisioni
sul varo delle negoziazioni riguardanti l'agricoltura e i 4 nuovi temi (cioè i temi di Singapore: approvvigionamento governativo, facilitazioni nel commercio, politiche degli investimenti e politiche della concorrenza). Due giorni dopo l'
incontro l'OMC è nel pieno della confusione. I paesi in via di sviluppo accusano gli USA e l'UE di comportamento intransigente, il presidente della Commissione dell'Unione Europea, R. Prodi, definisce "sorpassato" il regolamento dell'OMC, altri accusano il presidente di aver fermato prematuramente la Conferenza.

OSTACOLI
Le negoziazioni prima della Conferenza di Cancun avevano prodotto un documento di lavoro che evidenziava delle possibilità di progresso sui diversi punti in agenda. Le posizioni espresse in questo documento riflettevano per lo più le
posizioni dell'UE e degli USA, senza prendere in considerazione le richieste dei paesi in via di sviluppo. Il documento conteneva proposte piuttosto controverse su questioni di agricoltura e liberalizzazione del settore dei servizi, e sui
"temi di Singapore" (soprattutto sulla liberalizzazione degli investimenti internazionali e sulla fuga di capitali).

Sussidi all'agricoltura
Il documento di lavoro sull'agricoltura del Segretario Generale dell'OMC, è andato piuttosto oltre di quanto l'UE o gli USA erano pronti a concedere, dato che si erano entrambi accordati per una posizione comune il 13 agosto. Fishler,
il Commissario europeo per l'Agricoltura, ha parlato del documento in termini di "attraversamento di linee rosse". Anche se erano garantite ai paesi in via di sviluppo alcune concessioni minori, il ministro dell'agricoltura francese ha
dichiarato che queste erano inaccettabili per la Francia.
Da parte sua il "Gruppo dei 21" (21 paesi in via di sviluppo esportatori di prodotti agricoli, alla cui testa ci sono Cina, India, Brasile, Sud Africa, Egitto ed Ecuador), appoggiato dalle nazioni africane, ha chiesto il ritiro dei sussidi dai settori agricoli dell'UE e degli USA.
Sulla questione del cotone africano, la richiesta di Burkina Faso, Mali, Chad e Benin per eliminare i sussidi alla produzione di cotone, è stata totalmente rifiutata dagli USA, mentre l'UE (che ha solo il 2% del mercato mondiale del cotone) ha proposto di sostenere la richiesta africana, in cambio di appoggio per altri temi in agenda (cioè i temi di Singapore).

Liberalizzazione dei servizi
Il documento richiamava a una maggiore conformità con il calendario pianificato, raccomandando vivamente a molti paesi di presentare le loro offerte se non l'avessero già fatto o se avessero presentato riguardo la liberalizzazione dei
settori dei servizi all'interno dei rispettivi paesi soltanto delle offerte circoscritte. Chiedeva inoltre che nessun settore di servizi dovesse essere escluso a priori dal processo di liberalizzazione (incluso il settore dell'acqua!).
Questa posizione, sostenuta dalle nazioni europee, era sorprendentementecontraria alle precedenti dichiarazioni del Commissario Lamy, secondo le quali nessuna nazione sarebbe stata forzata a liberalizzare un settore di servizi!
Alla luce della crescente opposizione alla liberalizzazione obbligatoria mondiale dei servizi pubblici, questa questione è servita soltanto ad aumentare i contrasti fra le parti opposte.

I Temi di Singapore
Il più grande ostacolo a Cancun erano, comunque, i temi del regolamento degli investimenti, le politiche di competizione, la trasparenza di mercato e le facilitazioni di commercio, per le quali i paesi ricchi (specialmente l'UE) volevano che iniziassero le negoziazioni. Nel 2001 a Doha, l'accordo fu che le
negoziazioni non sarebbero iniziate finché i membri non avessero raggiunto l'intesa per farlo. Almeno 70 paesi (dei 146) hanno dichiarato di non voler discutere i "nuovi temi". Nonostante questo, il documento di lavoro ha proposto l'inizio immediato delle negoziazioni per un accordo sugli investimenti e la competizione. Mentre i G-21 sarebbero stati favorevoli a prendere in considerazione questo tema se ne avessero ricavato profitto sulle questioni dell'agricoltura, il gruppo ACP (Africa-Caraibi-Pacifico, fra i quali molti dei paesi meno sviluppati) ha rifiutato questo punto.

Confusione fra le fila dell'OMC
A questo punto non è chiaro su quali basi continueranno i colloqui a Ginevra. Per la Conferenza non era stato preparato nessun piano di "gestione del fallimento". La dichiarazione dice solo che i membri continueranno il lavoro su "aree di alto livello di convergenza sui testi". Cosa accadrà a quelle aree in
cui non è raggiunto un "alto livello di convergenza"?

Nessuno crede che il Round negoziale avviato a Doha potrà essere concluso entro il 2005 come da programma. Questo cambia il contesto per molti processi regionali, come le negoziazioni fra UE e ACP (Africa-Caraibi-Pacifico) sui
Regional Economic Partnership Agreements [Accordi Regionali di Associazione Economica]. L'UE e gli USA hanno entrambi fatto gravi dichiarazioni sulla struttura di decision-making dell'OMC, affermando che l'istituzione è diventata troppo poco maneggevole per portare a dei risultati. Ciò potrebbe condurre sia a un tentativo di cambiare quelle strutture, sia a una maggiore attenzione verso impegni bilaterali e regionali.

È chiaro che l'UE e gli USA hanno sottovalutato la posizione dei paesi in via di sviluppo. La forza del gruppo dei paesi in via di sviluppo, il G-21, è arrivata come una sorpresa. Infatti è emerso come un blocco col quale fare i conti nelle future negoziazioni all'interno dell'OMC. I paesi in via di sviluppo hanno
contrastato gli USA e l'UE. L'ACP e il G-21 stanno ora come blocchi legittimi e riconosciuti, capaci di una negoziazione più efficace con altri blocchi maggiori come le "Quad countries" (UE, USA, Canada e Giappone) e il "gruppo di Crains"
(rappresentanti i maggiori produttori di cereali).

Bisogna tuttavia notare che molti dei Paesi Meno Sviluppati (in sigla LDC) non si sono uniti al G-21, perché esso riflette essenzialmente gli interessi di grandi nazioni che sono esportatrici agricole (Cina, India, Brasile, Argentina)
e non sostiene i bisogni dei piccoli produttori.

Non è stata fissata altra data, sebbene il prossimo Incontro Ministeriale dell'OMC sia programmato soltanto per il 2005 a Hong Kong, incontro che segnerà la fine dei negoziati del Doha Round. Questo solo per fare un esempio della confusione che il fallimento di Cancun ha generato! I prossimi mesi saranno
importanti per vedere quale sarà il futuro.

La campagna di lettere dell'AEFJN per CANCUN
L'AEFJN, durante il mese di Agosto, aveva chiesto alle religiose e ai religiosi di scrivere ai ministri del commercio dei propri paesi e al Commissario europeo del Commercio Lamy, per chiedere di difendere i diritti dei paesi africani a Cancun. Otto delle nostre antennae hanno preso parte attiva alla campagna. L'ufficio centrale ha ricevuto le copie delle lettere dei religiosi di 15 nazioni (5 conferenze nazionali dei superiori maggiori, la conferenza delle superiore generali delle religiose, l'unione missionaria irlandese, 53 province regionali di religiosi o religiose), e alla vigilia della Conferenza di Cancun, Radio
Vaticana ha intervistato l'ufficio centrale riguardo la nostra azione.

Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno fatto lo sforzo di dar voce a ciò che ci sta a cuore. Considerando che agosto è un periodo in cui molti dei team direttivi non si incontrano, ci ha fatto piacere che ci sia stata tale partecipazione. I religiosi in Europa hanno parlato con una voce comune, attirando l'attenzione dei nostri leader politici sui danni e la sofferenza che alcune politiche europee e gli accordi OMC causano al popolo africano.

Tradotto da Corrado Cantelli, Traduttori per la Pace
http://web.tiscali.it/traduttoriperlapace/

a cura della Rete Fede e Giustizia Africa-Europa

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