Bush: l'Europa ostacola la lotta alla fame in Africa

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Il Presidente degli Stati Uniti, George W. Bush ha preso di nuovo in contropiede i Paesi europei che pensavano ad un progressivo distendersi delle relazioni UE-USA, in particolare dopo che sull'abolizione dell'embargo ONU all'Iraq in seno al Consiglio di Sicurezza si è ritornati a trovare posizioni comuni tra le due sponde dell'Atlantico.

George W. Bush ha accusato l'Europa di aver fallito nell'alleviare la fame in Africa. Questo a causa di politiche timide nei confronti dell'ampio utilizzo di OGM e dei sussidi dati ai propri agricoltori.

L'occasione per queste nuove critiche rivolte all'Unione Europea è stata fornita da un discorso del Presidente USA ai diplomati dell'Accademia della guardia costiera. Si è in particolare soffermato sulle politiche umanitarie adottate dal proprio governo. "Abbiamo messo a disposizione 15 miliardi di dollari per la lotta all'AIDS" ha affermato Bush "invito le nazioni europee a fare altrettanto facendo così coincidere le buone intenzioni alla messa a disposizione di vere risorse".

Ma il vero attacco è arrivato parlando del problema della fame in Africa. Secondo Bush l'utilizzo di OGM ed altre biotecnologie aumenterebbe radicalmente la produzione agricola ma "i nostri partner in Europa stanno boicottando questi nostri sforzi e dovrebbero condividere, non ostacolare, la grande causa della lotta alla fame in Africa".

Non solo la società civile europea sembra essere perlomeno scettica sulle posizioni espresse da Bush. Anche in Africa, Consumers International, (Associazione internazionale dei consumatori) ha promosso lo scorso novembre un incontro di rappresentanti di 20 organizzazioni africane dei consumatori per discutere di biotecnologie e sicurezza alimentare. Nel documento che ne è uscito si sottolinea come la sicurezza alimentare per il continente africano non può prescindere dalle coltivazioni tradizionali e da un'agricoltura a bassa tecnologia: solo così sarà infatti possibile massimizzare le risorse locali.

Il dibattito sui sussidi dei Paesi occidentali e dell'effetto sulla sicurezza alimentare nei Paesi più poveri rimane comunque aperto. Lo aveva affrontato nel suo intervento a Civitas 2003 anche Eveline Hefkens, direttrice esecutiva per le Nazioni Unite. Secondo quest'ultima infatti in molti casi le politiche di sussidi di cui godono le economie dei Paesi più industrializzati non fanno altro che danneggiare gravemente i Paesi del sud del mondo. "Con il paradosso" ha sottolineato ad Unimondo in quell'occasione "che una mucca europea arriva a guadagnare in sussidi più del salario medio di metà della popolazione mondiale".

Fonti: Radio Netherlands, Consumers International, Unimondo;

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