Alca: vicolo cieco e pressioni sociali

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Il XVII° meeting sull'ALCA - Accordo di Libero Commercio delle Americhe - previsto per questa settimana a Buenos Aires e già sospeso durante la prima settimana di febbraio, sembra entrato in un vicolo cieco, a causa della differenze di posizioni sul tavolo. Mentre gli Usa continuano a portare forti pressioni sui paesi del Mercosur per una reale e completa liberalizzazione in settori quali i servizi, gli investimenti, la proprietà intellettuale e gli appalti pubblici, la stessa amministrazione Usa non sembra disposta a fare nessuna concessione in agricoltura o nell'accesso al mercato, al di là di dichiarazioni "virtuali" a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. Agli inizi di marzo Kerry, il candidato alle presidenziali dei democratici, rispetto a certe posizioni protezionistiche dei mercati si era difeso dicendo di "avere combattuto duramente per promuovere accordi commerciali che consentisero agli Usa di difendere i propri lavoratori".

Secondo Andrea Baranes della redazione del Trade Watch, l'Osservatorio sul commercio mondiale, "questo nuovo stop non significa la fine dei negoziati, ma è la prova che ora non solo i movimenti sociali ma anche molti governi del sud stanno prendendo coscienza dei rischi di questi accordi". E' una situazione per alcuni versi molto simile a quanto sta accadendo nell'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto), dove i giganti occidentali, e l'UE prima ancora degli Usa, stanno tuttora spingendo per includere nell'agenda alcune di queste tematiche (tra le quali appunto gli investimenti e gli appalti pubblici, ma anche la completa liberalizzazione dei servizi, a partire da quelli finanziari), contro il volere di quasi tutti i paesi in via di sviluppo, che rappresentano la grande maggioranza dei membri del Wto e che chiedono invece concreti passi in avanti nell'agricoltura e nell'accesso al mercato, ostacolato dal dumping e dai sussidi all'export dei paesi occidentali.

A fine gennaio a Cuba sono stati più di mille i delegati dei movimenti sociali da più di 32 paesi dell'America Latina e del Caribe che hanno partecipato al terzo incontro latinoamericano contro l'ALCA. Joao Pedro Stedile del Movimento del senza terra del Brasile durante l'incontro ha sottolineato come si importante organizzare iniziative politiche di mobilitazione contro ALCA in relazione con le altre campagne come per esempio contro FMI, debito estero, militarizzazione. Un incontro per cercare alternative anche nei confronti delle nuove variabili che il governo USA ha introdotto come l'Alca light o i trattati di libero commercio TLC bilaterali.

Intanto la mobilitazione è continua e ha visto dall'8 al 10 marzo a Quito (Ecuador) l'incontro generale per la preparazione del Forum Sociale delle Americhe in programma a fine luglio. In Argentina a Buenos Aires dall'8 al 10 di marzo in occasione di una riunione ufficiale promossa dagli USA per trattare di sbloccare le negoziazioni dell'ALCA, si sono organizzate le "giornate popolari contro ALCA e il pagamento del debito illegittimo e ingiusto". I movimenti indigeni organizzati nella CONAIE dell'Ecuador hanno annunciato che in occasione della Giornata internazionale per il diritto alla terra che Via Campesina sta organizzando per il prossimo 17 aprile, concentreranno la mobilitazione anche sulla lotta contro l'ALCA e in particolare per la difesa de las semillas e contro la privatizzazione dell'acqua. [AT]

Altre fonti: Osservatorio sul commercio mondiale, Autoconvocatoria Argentina No Alca

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