UE verso USA: il dumping nuoce a tutti

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La Campagna No dumping rende noto che a Ginevra si stanno discutendo, nell'ambito dell'organo per il regolamento dei contenziosi dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), le domande presentate da Unine Europea, Giappone, Canada, Australia, Messico, Brasile, Cina, India, Indonesia, Corea del Sud e Tailandia per dichiarare illecita la legge americana nota come "emendamento Byrd" e per richiedere l'autorizzazione ad imporre misure di ritorsione, in forma di aumento dei dazi doganali sulle esportazioni statunitensi.

L'UE aveva già in precedenza adito l'OMC sull'"emendamento Byrd", adottato nell'ottobre del 2000 dagli USA come misura volta a compensare le imprese nazionali, costrette a sostenere spese superiori alla norma per poter fronteggiare la concorrenza sleale dei prodotti esteri sovvenzionati. In particolare, gli Stati Uniti ridistribuiscono fra le proprie imprese il ricavato dalle sanzioni pagate da quanti esportano in USA prodotti che abbiano beneficiato di sussidi nel Paese di origine, operando a loro volta una forma di dumping, quantificabile negli ultimi tre anni in sussidi per 710 milioni di dollari. Per questa ragione, l'OMC aveva già dichiarato illegale la misura adottata dagli USA e aveva concesso il 27 dicembre 2003 come data limite entro la quale abrogare l'emendamento, ma il tempo è trascorso senza nulla di fatto.

"Dopo la vittoria incassata davanti all'OMC, riguardo alla vertenza presentata contro gli Stati Uniti sull'acciaio, l'UE ci prova ancora una volta. Ancora una volta prova a scaricare le responsabilità del dumping e a opporre il pugno di ferro a chi le punta contro un'arma che l'Europa conosce bene e che adopera regolarmente". E' quanto afferma la Campagna NO dumping, promossa da Volontari nel mondo-FOCSIV (la Federazione di 57 Ong di volontariato internazionale) e dal settimanale Vita, assieme ad un ampio cartello di organizzazioni di società civile e sindacati.

"Sono ben sei i principali contenziosi pendenti fra USA e Unione Europea, ma sono solo i primi di una lunghissima lista. Il dumping nuoce ai Paesi poveri e ai Paesi ricchi ed è ciò che asseriamo come associazioni e come Campagna già da diversi anni. La storia, passata e recente, continua a darci ragione, ma pare che dovremo attendere come sempre qualche evento clamoroso - magari una guerra commerciale più feroce e sregolata, magari il ritorno alla legge della jungla con la caduta del multilateralismo - per ottenere l'attenzione che meritiamo da parte dei nostri rappresentanti istituzionali. Almeno per ridurre gli attriti con il suo alleato storico, l';Unione Europea ci dia ascolto".

Alla Campagna NO dumping aderiscono: ACLI, Amici della Terra, AIAB, ARCI, ARI, Banca Popolare Etica, Casa dei Diritti Sociali, Centro Internazionale Crocevia, CISL, CIPSI, COCIS, Comitato di appoggio al movimento Sem Terra del Brasile, Greenpeace, Legambiente, Manitese, Movimondo, Rete Volontari Rientrati, WWF Italia.

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