Thailandia: rimpatri forzati dei rifugiati Hmong nel Laos

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Medici Senza Frontiere (MSF) chiede ancora una volta ai governi della Thailandia e del Laos di fermare immediatamente i rimpatri forzati dei rifugiati Hmong. "Entrambi i governi dovrebbero permettere a organizzazioni indipendenti di avere accesso sia ai rimpatriati in Laos, sia a coloro che si ritiene siano nei centri di detenzione in Thailandia in modo da garantire loro un'adeguata assistenza medica e umanitaria" - afferma comunicato di Msf. MSF ha inoltre richiesto al Presidente e al Segretario generale dell'Assciazione dei paesi del Sud-est asiatico, al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, e ai governi di Francia, Stati Uniti e Cina di assicurarsi che Thailandia e Laos risolvano questa situazione nel rispetto degli standard internazionali di protezione dei rifugiati.

Nelle scorse settimane anche l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati - UNHCR ha scritto al governo tailandese per esprimere la sua preoccupazione riguardo a questi rimpatri forzati e denunciava che non è mai stato permesso all'l'Alto Commissariato di avere contatti con il gruppo di 8mila lao hmong nel campo di Ban Huay Nam Khao, nella provincia di Phetchabun.

A fine giugno, circa 800 rifugiati hmong sono stati rimpatriati con la forza nel Laos dal governo tailandese che ha annunciato di voler rimpatriare 6.700 rifugiati nel campo di Huai Nam Khao, nella provincia thailandese di Petchabun. Gli 800 Hmong sono stati rimpatriati con la forza dopo che i militari hanno preso alcuni dei 5mila rifugiati che protestavano contro l'accordo raggiunto tra il governo thailandese e laotiano per rimpatriarli. MSF assiste i rifugiati hmong dal 2005 e stima che 1.300 persone non siano ritornate al campo dopo la protesta conclusasi vicino al villaggio di Kek Noi. MSF non sa che fine abbiano fatto.

"Le autorità thailandesi sostengono che si tratti di rimpatri volontari ma è difficile da credere. Le famiglie sono state smembrate. Un hmong del nostro staff locale, che si è unito alla protesta, è stato rimpatriato senza figli, e sappiamo non essere un caso isolato. Molti di questi rifugiati hanno paura a tornare in Laos" - dichiara Gilles Isard, capomissione di MSF in Thailandia. "Nel campo sono più di 150 le persone con ferite da arma da fuoco che sostengono di aver ricevuto alcuni anni fa nella giungla dall'esercito laotiano. I rifugiati Hmong che ricevono assistenza psicologica per i traumi dovuti alla violenza e alle persecuzioni subite in Laos, sono tra le persone scomparse. Queste persone non si fidavano del proprio governo e volevano delle reali garanzie prima di tornare in patria".

Secondo il diritto internazionale e la Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato del '51, il rimpatrio non può essere forzato o imposto a un individuo che teme per la propria sicurezza. Sicurezza che deve essere garantita a qualsiasi rimpatriato.

Da tre anni, MSF fornisce assistenza medica ai rifugiati hmong in Thailandia ed è pronta a fornire assistenza umanitaria ai rimpatriati in Laos purché venga garantito l'accesso alle equipe mediche di MSF.Da luglio 2005, MSF assiste i rifugiati hmong nel villaggio tailandese di Huai Nma Khao nella provincia del Petchabun. Le équipe di MSF forniscono assistenza medica e psicologica, cibo, acqua e rifornimenti a circa 8mila persone.

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