Stop italiano ai bambini soldato

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Il Parlamento italiano ha ratificato in via definitiva il Protocollo opzionale alla Convenzione Onu, che offre strumenti in più per difendere i bambini da prostituzione, vendita, pornografia e coinvolgimento nelle azioni di guerra. Con particolare riferimento ai bambini soldato, il Protocollo eleva da 15 a 18 anni l'età minima per l'arruolamento nelle forze armate e la partecipazione alle ostilità. Il provvedimento impegna non solo i governi, ma anche tutti i gruppi di opposizione armata. La Coalizione italiana "Stop all'uso dei bambini soldato!" ha salutato con favore questo passo in avanti nella difesa dei diritti dei bambini e tramite Davide Cavazza, coordinatore della Coalizione, fa sapere che "oggi i bambini combattono in decine di paesi ed ora ci si aspetta che l'Italia si faccia promotrice di questo atto di civiltà presso i governi del mondo, per sradicare definitivamente il reclutamento e l'impiego dei minori in ogni conflitto armato". La Coalizione internazionale "Stop using child soldiers" stima che mezzo milione di minori siano oggi impiegati negli eserciti regolari e nei gruppi armati di opposizione in 85 paesi; più di 300.000 di questi prendono parte ai combattimenti in 35 paesi. Il problema, come descritto nel Global Report 2001, è particolarmente grave in tutta l'Africa, ma anche in Afghanistan, Sry Lanka, Colombia, Perù, Medio Oriente, Cecenia, Paraguay. I volontari che operano in questi paesi in programmi di ricostruzione post bellica lamentano quanto poco si faccia per il recupero psico-sociale di questi bambini.
Pubblicato il: 23.02.2002
" Fonte: » Amnesty International, Terres des Hommes, Vita, Coalizione italiana Stop all'uso dei bambini soldato!, Unicef, Volontariato Oggi;
" Approfondimento: » Coalition to Stop the Use of Child Soldiers;

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