Scomparso il monaco che influenzò Luther King

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Foto: Unsplash.com

Per molti era il “Padre della consapevolezza”, per molti altri seguaci sempicemnete uno stimato e rispettato maestro Zen. Ma per tutti, questo monaco vietnamita era uno dei simboli dell’impegno per la pace in questo e nel secolo passato. Poeta, pensatore, filosofo, Thich Nhat Hanh è morto stanotte al tempio di Tu Hieu a Hue, nel centro del Vietnam, dove era tornato solo quattro anni fa dopo 40 anni di esilio. Ne aveva 95. E’ spirato “in pace”, a mezzanotte in punto, hanno detto i membri del suo il suo sangha, la Plum Village Community of Engaged Buddhism. Considerato una delle persone più influenti del movimento buddista nel Mondo, l’impegno per la pace gli era costato caro.

Ma quell’impegno, iniziato proprio per via della lunga guerra nel suo Paese di origine, gli era valso l’amicizia e la stima di Martin Luther King. Al punto che il leader della battaglia per i diritti civili dei neri americani lo candiderà al Nobel per la pace. I due erano amici, si stimavano e fu proprio il monaco a influenzare King – che lo definì apostolo della pace e della nonviolenza – sulla guerra. Anche la sua fine doveva essere un diritto da rivendicare. Nato Nguyen Xuan Bao bel 1926,  Thich Nhat Hanh, dopo essere stato  ordinato monaco,  inaugura una stagione di studi, e poi di conferenze in giro per il Mondo, che lo porterà a conoscere almeno sette lingue. Quando nel 1963 torna in Vietnam prende posizione contro la guerra: “Ho visto comunisti e anticomunisti uccidersi e distruggersi a vicenda perché ciascuna parte credeva di avere il monopolio della verità”, scriverà nel 1975. Ma le sue posizioni e forse proprio la vicinanza ideale a personaggi come Martin Luther King fanno decidere al Governo del Sud Vietnam di bandirlo dal Paese. Comincia un esilio durato 40 anni.

Dopo che nel 2014 un attacco di cuore lo debilita, le cose cambiano: nel 2018 il nuovo Governo del Vietnam ormai unificato gli consente di tornare. Arriva a Hue, l’antica capitale, dove è rimasto fino alla fine dei suoi giorni. “L’amato maestro e attivista per i diritti civili – scrive il magazine buddista Tricycle – è stato un pioniere del buddismo impegnato che ha reso popolare il concetto di consapevolezza in tutto il mondo”. Nhat Hanh, scrive ancora Tricycle, “era considerato tra i buddisti secondo solo al Dalai Lama in quanto a influenza globale. Autore di circa 100 libri, 75 in inglese, ha fondato nove monasteri e dozzine di centri di pratica affiliati e ispirato la creazione di migliaia di comunità locali”. A lui si deve aver reso popolari i concetti di  consapevolezza e di  “buddismo impegnato”, termine creato proprio da lui...

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