R.d.Congo: migliaia di sfollati, nel Nord Kivu è 'crisi umanitaria'

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Resta alta la tensione in Nord Kivu dove scontri a fuoco sono proseguiti nel fine settimana tra miliziani fedeli al generale dissidente filoruandese Laurent Nkunda e alcuni gruppi armati presenti nell'est della Repubblica democratica del Congo (RDC): lo riferiscono fonti dell'agenzia Misna, mentre la Monuc (missione ONU in Congo ) ha confermato alla Misna gli scontri nell'area di Kitshanga, precisando che i combattimenti si sono interrotti ieri sera. L'escalation delle violenze "acuisce il rischio della ripresa di uccisioni etniche di massa e altri abusi" - segnala un comunicato di Amnesty International.

Da fine agosto la regione del Nord Kivu è teatro di combattimenti tra l'esercito regolare (Fardc) e insorti del generale Laurent Nkunda. Nei giorni scorsi attraverso un negoziato della Missione ONU (Monuc) è stato raggiunto un "cessate il fuoco" tra i ribelli di Laurent Nkunda e l'esercito congolese (Fardc), ma la popolazione continua a fuggire a causa della recente tornata di scontri tra forze governative, ribelli e milizie che hanno rifiutato l'integrazione nell'esercito regolare - riportava nei giorni scorsi l'agenzia Misna.

La relativa calma degli ultimi giorni in alcune zone ha però permesso alle principali organizzazioni umanitarie al lavoro nell'area di prestare i primi soccorsi ai quasi 20mila sfollati ammassati alle porte di Goma. Secondo l'Unhcr, l'Alto Commissariato dell'Onu per i Rifugiati, dall'inizio dell'anno più di 170mila persone hanno dovuto abbandonare le proprie case e villaggi a causa dell'intensificarsi degli scontri.

E oggi, sempre l'Unhcr riporta che nell'area di Mugunga si trovano numerosi campi veri e propri e luoghi di raccolta improvvisati che ospitano almeno 35mila persone sfollate. "Il numero continua ad aumentare di giorno in giorno. Le condizioni sono disperate, con gli sfollati che si rifugiano in ripari di fortuna costruiti con foglie e rami ed all'interno di edifici scolastici sovraffollati oppure sono costretti a restare all'aperto" - riporta l'Unhcr affermando che ormai si tratta di una "crisi umanitaria".

Anche Medici senza Frontiere - MSF ha inviato un'equipe chirurgica e materiale medico a Masisi. "Nei giorni successivi ai combattimenti, abbiamo ricevuto decine di feriti, tra cui moltissimi civili" - spiega Ann Willem, un'infermiera di MSF presente a Masisi. "Molti pazienti soffrono di infezioni respiratorie, e la situazione non può che peggiorare con l'inizio della stagione delle piogge. Vi sono anche molti casi di malaria" - segnala l'associazione umanitaria.

Sullo sfondo delle tensioni etniche vi sono gli interesse legati alle enormi ricchezza congolesi, dal legno ai diamanti, dall'oro al coltan, fino al petrolio, scoperto di recente sotto il lago Alberta al confine tra Congo e Uganda. "Senza negare l'esistenza di tensioni etniche, bisogna tuttavia riconoscere che, a livello popolare, la questione etnica non è così grave come certi gruppi sociali e politici vogliono far credere e che essa è fomentata proprio dai vertici di quei gruppi e partiti che la denunciano e, contemporaneamente, la strumentalizzano per interessi specifici propri" - dicono fonti riportate dall'agenzia Fides che presenta un dettagliato rapporto sulla situazione nell'area.

L'agenzia cattolica riporta inoltre le drammatiche testimonianze dei missionari dal nord Kivu: "Le strade sono affollate di persone che portano sopra la testa il materasso, l'unica cosa che sono riusciti a salvare, per fuggire alla violenze". "Queste persone provengono da una zona a 25-30 chilometri ad ovest di Goma" - dice a Fides un missionario. "I profughi raccontano che ieri mattina (4 settembre -ndr), verso le 6 sono stati svegliati dai colpi di mortaio e hanno deciso di abbandonare in massa il loro villaggio prima che i combattimenti si avvicinassero alle loro case".

L'Unhcr invita ancora una volta tutte le parti coinvolte nel conflitto nel Nord Kivu a evitare gli attacchi contro la popolazione civile ed in particolare contro gli sfollati. Nel corso dei colloqui con gli sfollati, l'Unhcr e le Ong partner hanno individuato casi di stupro e vittime di tortura. I team dell'Unhcr hanno anche avuto notizia dell'uccisione di civili. "Questi atti rappresentano gravi violazioni del diritto umanitario internazionale" - conclude l'Unhcr chiedendo che i negoziati volti a risolvere le cause scatenanti del conflitto possano riprendere per impedire ulteriori movimenti di popolazione e il peggioramento di una situazione umanitaria già disastrosa. [GB]

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