Profughi: appello all'UE per la tutela dei nordcoreani in Cina

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Particolarmente preoccupata per l'aumento dei profughi provenienti dalla Corea del Nord e senza diritti in Cina, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si è rivolta ai Ministri degli esteri europei affinché si impegnino per una migliore tutela dei profughi nel loro paese di accoglienza. Secondo l'APM, nel 2004 il numero dei profughi nordcoreani che si rifugiano nelle ambasciate occidentali a Pechino è quadruplicato rispetto all'anno precedente.
"L'esodo di massa dei Nordcoreani risveglia il ricordo drammatico delle centinaia di tedeschi dell'ex DDR che 15 anni fa si rifugiarono nell'ambasciata della Germania occidentale di Praga. L'attuale esodo di Nordcoreani non solo dimostra la gravità delle persecuzioni della dittatura nordcoreana, ma anche il fatto che la Cina viola sistematicamente i diritti dei profughi garantiti dal diritto dei popoli e non offre loro nessuna tutela" - riporta l-associazione bolzanina.

Con la Giornata mondiale, gli attivisti per i diritti umani di quattro continenti vogliono portare all'attenzione dell'opinione pubblica la drammatica situazione dei profughi nordcoreani in Cina. Da Sydney a Tokio e da San Francisco a Londra, gli attivisti per i diritti umani hanno deciso di organizzare proteste davanti alle ambasciate cinesi o di distribuire appelli per chiedere a Pechino una migliore tutela dei profughi. La giornata mondiale è stata indetta dalla Campagna contro l'espulsione dei profughi nordcoreani, a cui aderiscono 31 organizzazioni per i diritti umani.

Per lasciare il paese i Coreani del Nord rischiano la vita poiché l'espatrio non autorizzato è punito con campi di lavoro, tortura e in alcuni casi anche con la condanna a morte. La Cina però non solo non accoglie i profughi, ma senza intervento estero impedisce loro anche di proseguire la fuga verso paesi terzi. In considerazione dell'alleanza con la vicina Corea del Nord, la Cina considera i profughi "immigrati economici" e ne dispone il rimpatrio. Si tratta quindi di una violazione della Convenzione di Ginevra che proibisce il rimpatrio nel paese persecutore.

Solo negli scorsi 12 mesi, oltre 1.500 persone hanno cercato rifugio nelle ambasciate, consolati e scuole occidentali in Cina, Vietnam e Mongolia. Mentre la Mongolia ha dichiarato di non voler rimpatriare i profughi nordcoreani, per la Cina il rimpatrio è diventato prassi consuetudinaria. Nel novembre 2004 la Cina ha forzatamente rimpatriato in Corea del Nord. L'ultimo atto di questo dramma è costituito dalle 7 persone che il 17 dicembre hanno cercato rifugio nella scuola giapponese a Pechino. La sorveglianza e la recinzione della scuola giapponese erano state ulteriormente aumentate dopo che il 1 settembre 29 Nordcoreani erano riusciti ad accedere all'area della scuola. In seguito all'esodo nordcoreano, le autorità cinesi hanno irrevocabilmente esortato le ambasciate occidentali a migliorare la propria sorveglianza. In Cina oltre 300.000 profughi nordcoreani vivono in clandestinità per paura di un rimpatrio forzato. Perseguitati dalla polizia si ritrovano nella morsa della tratta di persone, sfruttati dalla prostituzione e dai datori di lavoro e vivono senza alcun diritto. [GB]

Fonte: Associazione popoli minacciati

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