Haiti: crisi a Port-au-Prince e a Washington

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Mentre la Francia ha invitato oggi il Presidente Aristide a dimettersi e l'opposizione s'avvicina armi in pugno alla capitale Port-au-Prince, il Gruppo di Rio, associazione di 17 Paesi sudamericani presieduta attualmente dal Brasile, ha espresso il suo pieno appoggio alla permanenza del presidente haitiano Jean-Bertrand Aristide al potere, insistendo sulla necessità di trovare una soluzione pacifica alla gravissima crisi. Lo comunica la Misna che riporta inoltre come il governo brasiliano di Lula avrebbe effettuato "consultazioni informali" con la Francia per chiedere informazioni in merito ad un possibile invio di truppe ad Haiti. Lula sostiene che un eventuale intervento armato debba comunque essere autorizzato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Mentre l'amministrazione Bush ha annunciato di non voler occupare la capitale, a Port-au-Prince, sempre più piena di paramilitari fedeli ad Aristide, regna la psicosi dell'assedio. Il personale internazionale inizia ad abbandonarla. Di oggi l'annuncio del ritiro dei funzionari delle Nazioni Unite non adibiti a compiti di primaria necessità.

Ieri intanto la Guardia costiera statunitense ha bloccato a circa 10 miglia marine dalla costa della Florida il cargo panamense 'Margot' con a bordo 140 persone in fuga da Haiti. Un'altra imbarcazione carica di disperati - forse 250 rifugiati - sarebbe in arrivo. Il Pentagono ha dichiarato che gli haitiani intercettati al largo delle coste statunitensi non saranno portati in un campo in via di allestimento a Guantanamo Bay, Cuba, come sembrava in un primo momento, ma che saranno tutti immediatamente rimpatriati.

Gli USA temono si possa ripetere l'esodo avvenuto nei primi anni '90 quando più di 20.000 haitiani tentarono la via del mare verso le coste statunitensi. Molti vennero alloggiati allora temporaneamente a Guantanamo, soluzione che resta ora difficilmente praticabile per l'attenzione della società civile mondiale sulle violazioni dei diritti umani compiute dall'amministrazione Bush nella base militare posta sull'isola di Cuba.

In questa situazione di caos, le équipe di Medici senza Frontiere - 15 volontari internazionali e 85 collaboratori haitiani - continuano a garantire le cure nei vari ospedali di Port-au-Prince e nel resto del paese, ma il problema dell'approvvigionamento di farmaci e del proseguimento delle attività ospedaliere è sempre più grave. [DS]

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