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Trento: 'Officina Medio Oriente', cinema e incontri di dialogo tra culture e religioni
Religione
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Incontri, approfondimenti, testimonianze, tavole rotonde ma anche musica, fotografia, cinema, letteratura: tutto questo è Officina Medio Oriente, iniziativa in programma a Trento dal 16 al 21 marzo, organizzata dall’Assessorato alla Solidarietà Internazionale della Provincia Autonoma di Trento, assieme a 16 associazioni trentine che operano in Medio Oriente. Un’occasione per conoscere una terra all’apparenza distante. Perché gli onori della cronaca hanno dipinto questa regione, culla delle civiltà, unicamente come arena di scontri, violenze e divisioni, dimenticando che da millenni, comunità e fedi differenti vivono qui fianco a fianco.
Abbiamo chiesto a Katia Malatesta, direttrice di Religion Today Film Festival, organizzato dall’ Associazione Bianconero (attualmente impegnata in un progetto di dialogo in Terra Santa, in collaborazione con Jerusalem Peacemakers, presenti alla rassegna di Trento con lo sceicco Adul Aziz Bukhari), di introdurci attraverso i principali temi che verranno affrontati durante Officina Medio Oriente.
Quanto influiscono i pregiudizi e la disinformazione nella percezione che spesso abbiamo sul Medio Oriente, una terra che è il crocevia dell’umanità ma che viene dipinta quasi esclusivamente come teatro di violenze e terrore?
Influiscono purtroppo moltissimo; tutti noi portiamo il nostro bagaglio di stereotipi e pregiudizi. Pensiamo ad esempio alla vicina Svizzera, che associamo spesso a banche, orologi e cioccolato. Immaginiamo dunque quanti possano essere i pregiudizi in una regione lontana come il Medio Oriente, poco visitata, anche se bellissima, poiché giudicata pericolosa e violenta. Molta responsabilità è dei mezzi di comunicazione, che però in fin dei conti altro non fanno che il loro lavoro, dando risalto a notizie drammatiche, senz’altro più mediatiche e vendibili. Come sappiamo, il conflitto fa più rumore della pace e del dialogo.
Come si può passare dalla paura per le diversità alla valorizzazione delle stesse?
L’incontro con l’altro è la risposta. Meglio se si tratta di un incontro diretto, ad esempio attraverso un viaggio, che ci trasforma e ci fornisce una percezione più profonda di una realtà diversa. Naturalmente non sempre l’incontro diretto è possibile e allora, più in generale, la risposta è la conoscenza, mediata attraverso diversi canali. L’invito è quello di ascoltare e conoscere, per superare i pregiudizi e le false conoscenze, che creano divisioni e alimentano la paura. Proprio la paura è diventata il grande ostacolo alla convivenza pacifica tra culture e fedi differenti, a livello globale.
Quale può essere il ruolo del cinema nella costruzione di un dialogo tra culture e religioni differenti?
Il cinema è uno strumento estremamente potente, ancor più nella società odierna, quella dell’immagine, o meglio dell’audiovisivo. Siamo bombardati da immagini ma spesso non siamo educati ad interpretare questi nuovi linguaggi, anche se oggigiorno le nuove tecnologie digitali rendono globalmente più accessibile lo strumento audiovisivo. Se forse è esagerato affermare che l’audiovisivo costituisce un linguaggio universale, perché ogni cultura e ogni singolo autore hanno il proprio stile e la propria sensibilità, è senz’altro vero che attraverso il cinema è facile avvicinare pubblici diversissimi.
È ciò che da sempre cerca di fare Religion Today Film Festival ed è anche il cuore di un progetto straordinario nato assieme alla cineteca di Gerusalemme, uno dei principali centri per la cultura israeliana ebraica. Si tratta di un progetto di dialogo e ascolto che ogni estate coinvolge gruppi di adolescenti ebrei e arabi, musulmani ma anche cristiani, drusi e beduini, a rappresentare la grande complessità della società odierna a Gerusalemme. Questi ragazzi sono chiamati a lavorare assieme davanti e dietro la telecamera, impiegando il mezzo audiovisivo per raccontarsi e interrogarsi reciprocamente. Proprio durante la rassegna Officina Medio Oriente avremo l’opportunità di vedere alcuni dei lavori svolti, giovedì mattina in un appuntamento con le scuole e nel pomeriggio , alle 17.00, in un incontro pubblico al cinema Astra, a Trento.
È vero, come si dice, che una convivenza pacifica tra religioni differenti è impossibile?
Questa è una frase che purtroppo sentiamo spesso, tanto che alla fine siamo portati a credere che sia così. Ma sono sia la storia che l’attualità a dimostrarci che la convivenza è invece possibile. Si parla oggi di scontro di civiltà e tendiamo a considerare in particolare il mondo islamico, tutto senza distinzioni, come un potenziale nemico. Ma a ben vedere è proprio da quel mondo che storicamente ci giungono le più straordinarie lezioni di tolleranza. Se questo è stato ed è ancora vero, l’ostacolo ad una convivenza serena non è la religione ma ci sono evidentemente altri fattori, politici ed economici, alla base delle divisioni e delle incomprensioni.
Perché Officina Medio Oriente può essere un’opportunità per il nostro Trentino?
Per varie ragioni. Innanzitutto perché quello che accade oggi in Medio Oriente ci riguarda direttamente. La questione Israele-Palestina, ad esempio, è una ferita aperta a livello mondiale, che rende più complicato il dialogo con il mondo islamico in ogni parte del mondo. D’altra parte, ciò che accade oggi in Israele, è storicamente responsabilità anche del cosiddetto occidente ed è ovvio che per trovare una soluzione al conflitto occorra un impegno globale. In tal senso, Officina Medio Oriente può avvicinare il Trentino a questo quadro complesso, offrendo soprattutto grandi occasioni di conoscenza verso un mondo che spesso percepiamo come distante e chissà, forse aprendo qualche nuova prospettiva che possa contribuire alla causa del dialogo.
Andrea Dalla Palma