Sri Lanka: uccisi da una mina due operatori Caritas

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Saltati su una mina lunedì scorso mentre rientravano da una visita a Mirusuvil: così sono morti in Sri Lanka due operatori di Caritas Jaffna (Human Development Centre), di 29 e 55 anni: Shanmugaratham Pathmanathan e Chelvendra Pradeepkumar. Feriti l'autista e l'altro passeggero del veicolo Caritas, morti anche 5 soldati che viaggiavano su un camion militare. Dal 1983 il paese è lacerato dagli scontri tra i governativi e i tamil che combattono per l'autonomia dei territori del nord e dell'est. Decine di migliaia le vittime, anche tra i civili e gli operatori umanitari che, soprattutto dopo lo tsunami, continuano a svolgere una preziosa azione di sostegno per la ricostruzione. Caritas Italiana si unisce al cordoglio di Caritas Internationalis e esprime vicinanza nella preghiera alla Caritas locale e alle famiglie degli operatori uccisi. Nel contempo rinnova il suo impegno accanto alla chiesa e alla popolazione locale.

Nello specifico in Sri Lanka Caritas Italiana è presente con sei operatori impegnati a livello nazionale e nelle diocesi di Chilaw, Colombo e anche a Jaffna dove stretta era la collaborazione con le due vittime dell'esplosione. L'intervento complessivo prevede un impegno di 6,2 milioni di euro per riabilitazione post-emergenza (case e strutture comunitarie) e sviluppo (microcredito, fornitura di barche e reti ai pescatori, riattivazione di attività economiche di base). Un'attenzione particolare è riservata alle fasce vulnerabili, come i bambini, e all'accompagnamento tanto della Caritas nazionale quanto delle Caritas diocesane, per rafforzare le loro capacità d'azione sociale e pastorale nel territorio.

Questo drammatico episodio ripropone con forza la questione della sicurezza degli operatori umanitari in zone di conflitto e, più in generale, deve farci riflettere sulle troppe guerre, spesso "dimenticate", che continuano ad insanguinare il mondo e chiedono un deciso coinvolgimento delle istituzioni nazionali e internazionali, dei governi, dei media, della chiesa e della società civile nella ricerca di possibili vie di dialogo e di pace.

In particolare i media "illuminano" oppure "oscurano" gli scenari di conflitto nel mondo? Se ne preoccupa anche la seconda ricerca Caritas sui conflitti dimenticati ("Guerre alla finestra. Conflitti dimenticati, guerre infinite, terrorismo internazionale", edita da Il Mulino, a cura di Caritas Italiana, con la collaborazione di "Famiglia Cristiana" e "Il Regno"). In relazione ai sei conflitti indagati: Iraq, Afghanistan, Palestina, Colombia, Congo e Sri Lanka, emerge netta la sproporzione in campo tra i tre conflitti più noti (Iraq, Afghanistan e Palestina), che si suddividono il 98,9% dell'informazione complessiva, e gli altri tre conflitti (Sri Lanka, Colombia e Congo), che raccolgono il rimanente 1,1% di spazio televisivo. Fanalino di coda è proprio lo Sri Lanka, con solo lo 0,1%.

"Alla luce di questi eventi e considerazioni, in vista anche dei nuovi colloqui di pace per lo Sri Lanka, previsti a Ginevra dal 19 al 21 aprile, rinnoviamo l'auspicio che Benedetto XVI - dopo aver ricordato in modo particolare "coloro che soffrono a causa della violenza e dei conflitti armati" - ha rivolto a tutti, in occasione della Giornata Mondiale della Pace: "Cresca il numero di quanti, individualmente o comunitariamente, si impegnano a percorrere le strade della giustizia e della pace"" - conclude il comunicato della Caritas Italiana.

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