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Italia: il neo-presidente della Cei rinunci ai titoli militari
Religione
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"L'autoritaria e troppo politica gestione della Conferenza episcopale italiana da parte del card. Camillo Ruini finalmente è terminata. Ora è necessaria una svolta. I vescovi italiani si occupino soprattutto del Vangelo e del suo messaggio di liberazione e di speranza per tutte e per tutti". Esordisce così un comunicato di 'Noi siamo chiesa' a commento della nomina di mons. Angelo Bagnasco a Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei). "Nel mondo cattolico si instauri un clima nuovo, fondato sulla fiducia reciproca e sulla comune ricerca su come evangelizzare in una società secolarizzata. L'identità cristiana si deve fondare sulla Parola di Dio e non sulla continua ricerca di nemici: dopo il comunismo ora l'antagonista è la società laica, il 'laicismo', la modernità" - sottolinea la nota di "Noi siamo chiesa".
Circa la nomina di mons. Bagnasco a presidente della Cei, il movimento ecclesiale denuncia che "il metodo usato per la nomina non è condivisibile" in quanto papa Benedetto XVI "ha confermato il suo diritto di designazione mentre in tutte le altre conferenze episcopali il presidente viene eletto" disattendendo le indicazioni della consultazione effettuata tra i vescovi. "Noi Siamo Chiesa" ritiene giusto esprimere comunque "una posizione di attesa nei confronti del nuovo presidente" ed "aspetta da subito dei segnali positivi".
"Mons. Bagnasco potrebbe, per esempio, dimettersi da Generale di Corpo d'Armata fuori ruolo (titolo che probabilmente gli spetta nella sua qualità di ex-Ordinario militare) o, comunque, prendere le distanze da questa sua precedente funzione che lo ha portato a condividere le logiche della guerra che sono ben lontane da quelle della pace e della nonviolenza di cui parla il Vangelo" - continua la nota.
Medesima richiesta anche da parte di Pax Christi che - per mezzo di don Renato Sacco - invita il presule ad "abbandonare gradi e le stellette" facendo del tempo quaresimale "un vero tempo di conversione, in cui possa riesaminare la questione delle cappellanie militari". "A monsignor Bagnasco diciamo che quello della mimetica non è certo il colore più adatto per il Vangelo" - afferma don Sacco. "Il messaggio pace e non-violenza che Cristo ci ha lasciato ben poco si accorda con cannoni, spari e baionette. Gli auguriamo, in pieno clima quaresimale, un vero tempo di conversione, in cui possa riesaminare la questione delle cappellanie militari. Gli auguriamo di lasciare per sempre gradi e stellette, che per anni il vescovo ha orgogliosamente indossato, visitando le truppe italiane in Kosovo, Iraq, Afghanistan.
Don Sacco ci tiene a puntualizzare che Pax Christi non è contraria alla presenza di sacerdoti fra i soldati, ma "il punto è lo stile di presenza: nel caso dei militari, la questione tocca soprattutto i soldi e i gradi. Un vescovo ordinario militare ha i gradi di generale e riceve uno stipendio dall'esercito: questa modalità non ci sembra evangelica. Bisognerebbe smilitarizzare le cappellanie, mantenendo la legittima assistenza spirituale ai giovani chiamati a svolgere servizio nei corpi armati". Proprio a questo tema, la rivista del movimento, Mosaico di Pace ha dedicato un corposo dossier nel novembre 2006 dal titolo "Dio⅀lasciatelo in pace".
Mons.Bagnasco, attuale arcivescovo di Genova ha 64 anni, è stato per un breve periodo vescovo di Fermo e dal 2003 al 2006 Arcivescovo Ordinario militare d'Italia. La nomina di Bagnasco è stata annunciata in contemporanea dalla Sala Stampa Vaticana, negli uffici centrali della Cei e nella diocesi di Genova. "Il Santo Padre - recita il comunicato ufficiale - ha accolto la rinuncia, per raggiunti limiti di età, presentata dall'em.mo card.Camillo Ruini all'incarico di Presidente della Conferenza Episcopale italiana ed ha nominato Presidente della medesima Conferenza episcopale italiana S.E.Mons.Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova".
"Noi Siamo Chiesa" fa parte del movimento internazionale "We Are Church-IMWAC", fondato a Roma nel 1996. Esso è impegnato nel rinnovamento della Chiesa Cattolica sulla base e nello spirito del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965). IMWAC è presente in venti nazioni ed opera in collegamento con gli altri movimenti per la riforma della Chiesa cattolica. [GB]