Vietnam: proibite le festività natalizie ai popoli indigeni

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Secondo le informazioni dell'Associazione per i Popoli Minacciati (APM), il 28 novembre 2005 il governo del Vietnam ha stazionato unità dell'esercito in 62 villaggi delle province centrali di Dak Lak, Dak Nong e Gia Lai. Da allora diverse decina di migliaia di persone, che si riconoscono nel credo cristiano, subiscono intimidazioni sistematiche e vengono minacciate di arresti e tortura nel caso partecipassero alle messe di Natale. "La nuova ondata di repressione contro i popoli indigeni di fede cristiana dimostra che il Vietnam è ancora lontano dal garantire la libertà di religione fissata nella Costituzione. Già negli scorsi anni l'esercito ha ostacolato o impedito in particolar modo alle popolazioni indigene di fede cristiana la partecipazione alle messe natalizie" - commenta APM.

La speranza di molti cristiani protestanti del Vietnam di una diminuzione della repressione in seguito al riconoscimento ufficiale della Southern Evangelical Church of Vietnam (SECV - Chiesa Evangelica del sud del Vietnam) nel 2001 non si è finora avverata. Il Comitato Statale per la Fede religiosa ha deciso nel 2003 di "normalizzare" per decreto la fede protestante delle minoranze etniche nelle zone delle montagne centrali. 18 comunità cristiane della SECV su 33 hanno così potuto farsi registrare e in marzo 2005 la Chiesa ha potuto tenere il suo Secondo Congresso nazionale. Un mese dopo è stato aperto il primo seminario nella provincia di Gia Lai, ma nella vicina provincia di Dak Lak una simile iniziativa ecclesiastica è stata impedita dalla resistenza delle autorità locali.

L'attuale dispiegamento di forze militari nelle zone di montagna dimostra che la libertà di credo dei popoli indigeni vietnamiti è tuttora massicciamente repressa nonostante l'avvenuto riconoscimento ufficiale. Chi pratica la propria fede senza essere stato registrato come appartenente a tale fede, rischia lunghe pene detentive. L'APM è infatti a conoscenza di 32 persone, appartenenti ai locali popoli indigeni, che in novembre 2005 sono stati arrestati perché predicavano la loro fede o perché si rifiutavano di dichiarare per iscritto la loro appartenenza alla Chiesa Evangelica Vietnamita (ECVN). L'ECVN è, oltre alla SCVN, la seconda chiesa evangelica ufficialmente riconosciuta in Vietnam, ma poiché si limita a poche e blande critiche sulla repressione di credo è spesso rifiutata dalla stessa popolazione indigena.

Solo 1,5 milioni su 83 milioni di Vietnamiti si riconoscono nel credo protestante. Circa 7 milioni di Vietnamiti sono cattolici. La maggior parte dei Protestanti appartiene a popolazioni indigene. Essi subiscono la repressione del loro credo ma anche discriminazione e violazioni dei loro tradizionali diritti alla terra. Migliaia di persone sono infatti state espropriate della propria terra per far posto alle coltivazioni intensive di caffè.

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