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Ucraina, se l’Europa si incendia
Popoli minacciati
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Come è noto, la prima vittima della guerra è sempre la verità. La propaganda sui vari fronti è un’arma potente, quasi come quella dei cannoni. La disinformazione è studiata a tavolino. Nessuno è innocente. L’attuale guerra in Ucraina non fa eccezione. La cortina fumogena avvolge soprattutto gli episodi che coinvolgono i civili, le stragi di massa, come per esempio quella avvenuta ad Odessa nel maggio scorso, oppure la tragedia dell’abbattimento dell’aereo di linea malese. Questa disinformazione poi non riguarda solamente le parti in causa, ma rimbalza sui media internazionali che, ripetendo gli schieramenti sul campo, sembrano perseguire proprie strategie. Gli esiti finali sono la confusione e l’impossibilità di avere un quadro preciso. È la notte in cui “tutte le vacche sono nere”, in cui non si distinguono le responsabilità.
Questa è la guerra odierna. Le organizzazioni umanitarie cercano di districarsi tra le macerie. La testimonianza di Medici Senza Frontiere, riportata dalle agenzie, non lascia spazio a dubbi: “Da quando i combattimenti si sono intensificati due settimane fa, le equipe di MSF hanno concentrato i propri sforzi nel dare assistenza allo staff medico che lavora nelle aree più colpite, su entrambi i lati del fronte. Oltre a fornire supporto a Gorlovka, Debaltsevo e Artemovsk, hanno distribuito materiali medicali per trattare pazienti feriti alle strutture mediche di Donetsk, Konstantinovka, Krasny, Luch, Kurakhavo, Luhansk, Mariupol, Popasnaya e Yenakijeve. Poiché sono oltre sei mesi che alle strutture sanitarie non arrivano forniture regolari, MSF sta supportando i medici per il trattamento di pazienti con malattie croniche come il diabete, disturbi cardiaci, asma e ipertensione, fornendo medicine agli ospedali, alle strutture sanitarie e ai centri per anziani e disabili. Le equipe di MSF hanno stanno anche supportando diversi reparti di maternità per consentire alle donne di partorire in sicurezza i loro bambini. Alla soglia del decimo mese di conflitto, l'impatto psicologico dei combattimenti prolungati sta diventando sempre più evidente. MSF ha un team di 14 psicologici che organizzano sessioni psicologiche individuali o di gruppo per le persone colpite dal conflitto, inclusi sfollati, pazienti feriti, operatori sanitari, insegnanti, assistenti sociali, bambini e anziani”.
Sul terreno le notizie sono sempre più allarmanti. Movimenti di truppe, sfollati, morti, distruzione. Diplomazia impotente o complice. Schieramenti sempre più delineati. La guerra si estende e rischia di diventare teatro di uno scontro aperto tra Russia e Occidente. Già Putin foraggia i separatisti, forse gli USA forniranno di armi l’esercito regolare ucraino. La risposta politica sono le sanzioni oppure il ventilato ingresso dell’Ucraina nella Nato. Ipotesi che non fa altro che dare acqua a quanti, in Russia, vedono compromesso lo “spazio vitale” dell’Orso ex sovietico. Putin è un nazionalista pericolosissimo, ma sembra che l’Occidente faccia di tutto per stimolare il suo revanscismo.
Mentre la situazione precipita ecco che la Grecia di Tsipras si pone in dialogo con la Russia. L’appoggio della nuova sinistra greca a Putin sfiora il ridicolo, benchè metta in allarme – e non poco – Bruxelles. Un tempo il giovane comunista Tsipras voleva fare uscire il Paese dalla Nato, oggi il suo ministro della difesa (esponente di un partito nazionalista di destra) lo farebbe volentieri, magari per essere liberi nelle rivendicazioni territoriali con la Turchia. Putin, dal canto suo, con un’economia sull’orlo del baratro, offre soldi alla Grecia che dà un calcio all’austerità della Troijka. Incredibile l’utilizzo di questo termine russo per indicare il mostro a tre teste rappresentato da l’Unione Europea, BCE e Fondo monetario internazionale. Si stanno poi riducendo pure i possibili tavoli di incontro, dall’Osce al Consiglio d’Europa, dove la posizione della Russia è in bilico. Ma è proprio su questi organismi che dovremmo fare affidamento per trovare una soluzione.
Benchè ogni protagonista presenti istanze giuste, il problema risiede nell’incapacità di avere uno sguardo lungo e di trovare vie di uscita comuni. Il velleitarismo e la superficialità sono l’emblema di questo tempo. Tutti credono di avere la ricetta giusta, quindi lo scontro è inevitabile. Qualsiasi trattativa per fermare la guerra in Ucraina è per ora destinata al fallimento. Paradossalmente gli interessi di USA e Russia convergono: intanto che dura la crisi gli USA possono allargare la loro sfera di influenza, mentre la Russia scarica all’estero i propri problemi interni. L’Europa, tra due fuochi, balbetta. E la gente comune continua a morire.
Piergiorgio Cattani

Nato a Trento il 24 maggio 1976. Laureato in Lettere Moderne (1999) e poi in Filosofia e linguaggi della modernità (2005) presso l’Università degli studi di Trento, lavora come giornalista e libero professionista. Scrive su quotidiani e riviste locali e nazionali. Ha iniziato a collaborare con Fondazione Fontana Onlus nel 2010. Dal 2013 al 2020 è stato il direttore del portale Unimondo, un progetto editoriale di Fondazione Fontana. Attivo nel mondo del volontariato, della politica e della cultura è stato presidente di "Futura" e dell’ “Associazione Oscar Romero”. Ha scritto numerosi saggi su tematiche filosofiche, religiose, etiche e politiche ed è autore di libri inerenti ai suoi molti campi di interesse. Ci ha lasciati l'8 novembre 2020.
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