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Quando il ciclo diventa un problema in più
Popoli minacciati
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Foto: Jonathan Borba da Unsplash.com
Per le donne migranti le mestruazioni sono un problema aggiuntivo. Una difficoltà a cui nessuno pensa, ma che può creare più di qualche semplice disagio.
Il Report “Periodos en Movimiento”, por una menstruación digna en la frontera sur” realizzato dalla ong Cadena AC (Messico) in collaborazione con l'UNICEF e presentato nel dicembre 2023 aveva proprio lo scopo di affrontare il tema per “comprendere meglio le sfide affrontate a causa delle mestruazioni dalle ragazze adolescenti, dalle donne e dalle persone mestruate in transito”.
Una questione, quella della migrazione femminile, più che attuale. Nel 2023 il numero delle donne migranti in Messico è infatti aumentato del 43%, mentre il 41,7% delle richieste di asilo vengono proprio da donne.
Il lavoro di “Periodos en Movimiento” ha interessato 11 spazi di accoglienza temporanea, 4 spazi di cura e 3 scuole con ragazzi, ragazze e persone in movimento. Durante 5 mesi di workshop si sono svolte le ricerche, la consegna di kit igienici e si è cercato di “descrivere i fattori che influenzano l'esperienza delle mestruazioni in mobilità e presentare raccomandazioni per creare un ambiente favorevole nelle scuole e negli spazi ricettivi del Messico”.
La ricerca ha evidenziato una serie di mancanze nei vari centri di transito e anche la necessità di un approccio culturale diverso. A partire dalla prospettiva di genere.
“La maggior parte delle persone che consegnano le forniture (nelle scuole e nei luoghi di soggiorno temporaneo) sono uomini. Ciò significa che non esiste “sicurezza e fiducia” per richiedere i prodotti necessari”.
In moltissime infrastrutture idriche e igienico-sanitarie, inoltre, i servizi igienici erano rotti e che non esistevano soluzioni adeguate per i rifiuti, mentre molte volte non ci sono spazi per dividere uomini e donne e le porte non si chiudono. Tutti fattori che causano non solo la mancanza di privacy ma anche l’insicurezza per le donne, oltre che violenza e abusi sessuali.
Il lavoro ha poi evidenziato anche una serie di problematiche mediche. Frequenti le diagnosi di dismenorrea, polimenorrea, amenorrea, irritazione vaginale e infezioni.
Uno dei risultati chiave è stato però il diffuso uso di pillole per prevenire le mestruazioni, come segnalato sia dal personale medico che dai soggetti dello studio.
"Quando viaggiano – riferiscono gli operatori - da un paese all'altro e sono attivamente mobili, vengono offerte loro alcune pillole, non si sa se siano qualche forma di o che tipo di pillole siano. Ciò finisce per causare alcuni cambiamenti e alterazioni nei cicli mestruali ovulatori"
Avere le mestruazioni durante il processo di immigrazione è quindi, definito dalle donne “molto difficile”. “Non possiamo comprare – dicono - gli asciugamani a meno che non li abbiamo e molte volte si bagnano. Dobbiamo continuare così, senza bagno, né buona igiene." In alcuni casi, quando non si hanno asciugamani o assorbenti a disposizione, si deve anche ricorrere a “strapparsi la camicetta per contenere l'emorragia”, come raccontato da una migrante venezuelana. Nove migranti centramericane su dieci viaggiano principalmente su strada e, molto spesso, lo fanno a piedi o su passaggi di fortuna.
Molte volte le donne sono costrette a sostituire gli asciugamani con pannolini, garze, cartone e stoffa che trovano lungo il cammino. A volte i prodotti possono bagnarsi e diventare inutilizzabili. Inoltre, è raro che abbiano dei cambi di vestiti e a volte possono viaggiare con biancheria intima macchiata.
A tutto questo si sommano poi stigmatizzazione e discriminazione, che spesso è ancora presente. “Capita che le donne siano sono viste come sporche, affette da una malattia e vengono additate con commenti beffardi o negativi”.
La necessità di mettere al centro la questione delle mestruazioni in mobilità, quindi, passa da una serie di ragioni non tralasciabili. Per Abril Páez Romano, Direttrice del programma , infatti, l'accesso a una gestione mestruale dignitosa deve essere considerata “non come un lusso, ma come un diritto umano fondamentale".
Alice Pistolesi

Giornalista, è laureata in Scienze politiche e Internazionali e in Studi Internazionali all’Università di Pisa. Viaggia per scrivere e per documentare, concentrandosi in particolare su popolazioni oppresse e che rivendicano autonomia o autodeterminazione. È redattrice del volume Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo e del sito Atlanteguerre.it dove pubblica dossier tematici di approfondimento su temi globali, reportage. È impegnata in progetti di educazione alla mondializzazione e alla Pace nelle scuole e svolge incontri formativi. Pubblica da freelance su varie testate italiane tra le quali Unimondo.org.