Popoli indigeni: le conseguenze della globalizzazione

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Il Gruppo di Lavoro sulle Popolazioni Indigene si è riunito a Ginevra dal 21 al 25 luglio per esaminare le attività realizzate in occasione del Decennio Internazionale delle Popolazioni Indigene del Mondo. Cento delegati indigeni provenienti da diverse parti della terra si sono dati appuntamento per discutere le conseguenze della globalizzazione sui popoli autoctoni.

Humberto Cholango, rappresentante della Confederaci㳀n de Nacionalidades Ind㭀genas del Ecuador (CONAIE) ha manifestato la sua preoccupazione per le conseguenze che l'approvazione dell'Accordo di Libero Commercio delle Americhe (ALCA) può determinare in termini di violazioni dei diritti dei popoli indigeni.

Secondo fonti Onu, gruppi indigeni che vivono nella foresta amazzonica come i Korubos del Brasile, i Tagaeri dell'Ecuador, gli Ayoreo del Paraguay, i Mashco-piros, gli Ashaninkas e gli Yaminahuas del Peru, rischiano l'estinzione a causa dell'avanzata della "civiltà" sui loro territori. La loro cultura e la loro esistenza sono minacciate dalle grandi imprese che sfruttano la gomma, il legname, il petrolio, l'oro e le risorse genetiche dei loro territori, e sono responsabili della distruzione ecologica di queste zone.

Si è svolto di recente ad Olinda, nello Stato brasiliano di Pernambuco, il 'Primo incontro nazionale dei popoli indigeni per il riconoscimento etnico e territoriale' promosso dal Consiglio indigenista missionario (Cimi). Novanta leader di 40 popolazioni autoctone hanno discusso su come coordinare la battaglia per la tutela delle loro lingue e tradizioni e il recupero dei territori ancestrali.

I ritardi del governo brasiliano nella ratifica dei confini di un'area indigena, Raposa-Serra do Sol, nella zona del Roraima, rischiano di avere disastrose conseguenze su 12,000 indigeni a sostegno dei quali Survival International sta portando avanti una campagna.

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